Mercoledì delle Ceneri, inizio di Quaresima

Mercoledì delle Ceneri, inizio di Quaresima

Quando:
22 Febbraio 2023 h. 3:15 – 4:15
2023-02-22T03:15:00+01:00
2023-02-22T04:15:00+01:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dai discorsi sulla Quaresima di S. Agostino (205)

 

Il cristiano deve pendere dalla croce della mortificazione.

 

Oggi entriamo nel periodo dell’osservanza quaresimale si ripresenta con solenne ricorrenza annuale; e pertanto oggi mi sento in dovere di farvi un discorso adatto alla circostanza affinché la parola di Dio, presentata a voi tramite il nostro ministero, alimenti il vostro cuore mentre digiunerete nel corpo; e così l’uomo interiore, rifocillato del suo proprio cibo, possa sollecitare il corpo a mortificarsi e possa così irrobustirsi. Per trascorrere devotamente questo periodo è sommamente opportuno che, prossimi a rivivere la celebrazione già vicina della passione del Signore crocifisso, ci imponiamo da noi stessi la croce della mortificazione dei desideri carnali; come dice l’Apostolo: Quelli che sono di Gesù Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e concupiscenze. Il cristiano dovrebbe pendere di continuo da questa croce, per l’intero arco di questa vita terrena, che si passa in mezzo a tentazioni. Non è in questa vita il tempo di svellere i chiodi di cui parla il Salmo: Con il tuo timore trafiggi di chiodi le mie carni. Le carni sono le concupiscenze della carne, i chiodi sono i comandamenti della giustizia; con questi chiodi il timore di Dio trafigge le concupiscenze, quel timore che ci crocifigge rendendoci ostia a lui gradita. Per questo dice l’Apostolo: Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi quale ostia viva, santa, gradita a Dio. Questa croce, della quale il servo di Dio non solo non si vergogna ma addirittura si vanta dicendo: Quanto a me, non sia mai che mi glori d’altro che della croce del Signore nostro Gesù Cristo, grazie alla quale il mondo è crocifisso per me e io lo sono per il mondo; questa croce, dunque, non riguarda soltanto quaranta giorni, ma riguarda tutta la vita terrena che è simbolicamente rappresentata da questi quaranta giorni. Infatti l’uomo quando sta per entrare in questa vita – così almeno asseriscono alcuni – si forma nell’utero materno in quaranta giorni; inoltre i quattro Vangeli si armonizzano con i dieci comandamenti della legge e quattro volte dieci fa il numero quaranta e ci indica che in questa vita ambedue le Scritture sono a noi necessarie; ci potrà essere infine qualche altro più probante motivo, che un’intelligenza più acuta e più dotata della mia potrà trovare. Sia Mosè che Elia che lo stesso Signore digiunarono quaranta giorni. Mosè, Elia e Cristo, cioè la Legge, i Profeti e il Vangelo ci insegnano con questo che noi dobbiamo fare altrettanto per non conformarci e per non aderire a questo mondo, ma per crocifiggere il vecchio uomo, vivendo non in mezzo a banchetti e all’ubriachezza, non nella lussuria e nella impudicizia, non fra contese e gelosie; ma rivestendoci del Signore Gesù e non dandoci cura della carne per soddisfarne le concupiscenze. Cristiano, vivi sempre così in questa vita; se non vuoi impantanarti nel terreno limaccioso, non scendere da questa croce. E se così bisogna comportarsi per tutta la durata della vita, quanto più lo dovremo fare per la durata di questi giorni di quaresima che non solo sono parte di questa nostra vita ma la significano anche?

 

 

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