Dai Sermoni di sant’ Ælredo, XLV
La sua gloria in cielo: unione con Cristo
Maria oggi è passata da questo mondo e si è assisa con Lui nelle sedi celesti, dove ha cominciato a contemplare la sua gloria, la sua potenza, la sua divinità, ed è stata colmata la sua gioia e il suo desiderio, così che con ragione può dire: “Ho trovato Colui che l’anima mia ama”. (Ct 3,4) Lo ha trovato, e non lo lascia andare. In questo giorno è stato saziato di beni il suo desiderio, è stata rinnovata come aquila la sua giovinezza. (Cfr. Sl 102, 5) Egli infatti, l’aquila che sale al di sopra dei cieli per riempire tutte le cose (cfr. Ef 4,10), cioè Gesù Cristo Signore nostro che prima di lei ascese al cielo per prepararle un posto, oggi l’ha ricevuta nel medesimo luogo ed ha conformato il corpo della sua beatissima madre al corpo della sua gloria.
E anche se questo non oserei affermarlo, perché non abbiamo una testimonianza certa delle Scritture a comprovarlo, se qualcuno volesse negarlo e importunamente contestarlo, tuttavia ci è dolce pensare che colui che tutto può, per il grande amore per sua madre, non solo ha collocato in cielo la sua anima, ma ha risuscitato anche il suo corpo, in modo che insieme con il corpo anche l’anima potesse stare alla sua presenza, e che abbia già ricevuto quell’immortalità del corpo che tutti riceveremo nel giorno del giudizio. Sembra abbastanza credibile infatti che colui che tutto può che ha trasportato il suo santo corpo al di sopra di tutti i cieli non abbia permesso che rimanesse a lungo separato dal suo quel corpo della sua dolcissima madre dalla quale egli stesso aveva ricevuto il corpo.
Se consideriamo poi che la carne umana soffre questa corruzione e questa morte sia per la condanna dovuta al peccato originale sia per le concupiscenze e i desideri illeciti con cui la carne stessa si corrompe nel corso di questa vita, e se consideriamo che la corruzione della carne è la pena del peccato così che quella stessa carne che in questa vita si è corrotta per il peccato imputridisca e in qualche modo perisca dopo questa vita, la carne di lei non avrebbe comunque dovuto sottostare a questa pena perché fu talmente purificata dalla corruzione di ogni vizio e peccato che lo stesso Figlio di Dio si degnò di nascere da lei e di riposare in lei. (…)
E come egli dopo la morte che soffrì per noi, risorgendo dai morti ormai non muore più, e la morte non ha più potere su di lui (Rm 6,9) così penso che egli abbia risuscitato anche sua madre, così che per l’eternità viva felice con Lui, rimanga con Lui, regni con Lui, goda con Lui, si rallegri in Lui. (…) Come colui che è il sole di giustizia che illumina ogni uomo che viene nel mondo (Gv 1,9) ascese al cielo con quello stesso corpo che assunse dalla nostra Signora, così lei stessa, se non sbaglio, per sua grazia ascese al cielo con il corpo e con l’anima.
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