Memoria della B. V. Maria

Memoria della B. V. Maria

Quando:
4 Settembre 2021 h. 3:15 – 4:15
2021-09-04T03:15:00+02:00
2021-09-04T04:15:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dal Libro della Grazia Speciale di santa Metilde

 

CAPITOLO XLI

 

Durante la messa Salve sancta Parens, Metilde vide la Beata Vergine Maria con il capo ornato di una corona i cui fiori erano inclinati verso la terra. Il suo manto di porpora era coperto di corone d’oro, le quali pendevano pure verso la terra e delle quali ciascuna aveva il suo significato. La corona del capo indicava l’unione con Dio, più perfetta in Maria che in nessun’altra creatura. Quella che ornava le sue spalle portava questa iscrizione: Madre di Dio e degli uomini. La terza corona, posta all’altezza del petto, portava queste parole: Regina degli Angeli. La quarta: Gioia di tutti i Santi. La quinta: Conforto dei miseri. La sesta: Rifugio dei peccatori, e la settima: Consolatrice dei vivi e dei morti. I fiori di tutte queste corone avevano la punta rivolta al basso, per esprimere che la Vergine Maria si degna di chinarsi verso i figli degli uomini, in virtù appunto dei doni e dei benefizi di cui Dio l’ha colmata. Avendo la Santa pregato per varie persone affidate alle sue cure, la Beata Vergine le disse: “Se un uomo rallegrato dal vino si dimostra più liberale d’un uomo sobrio, quanto più sarò sovranamente liberale io che nella somma dolcezza del Divin Cuore ad ogni istante bevo in abbondanza il dolcissimo vino della suprema Divinità?

Un sabato, durante il canto del responsorio Ave Virgo singularis, la Beata Vergine Maria le apparve davanti all’altare e in faccia di lei stava San Gabriele. Ad una tale visione, Metilde cadde ai piedi della Vergine, supplicandola di ottenerle il perdono d’un peccato di mormorazione che aveva commesso meno per malizia che per il desiderio di porgere sollievo ad una persona irritata. Ma la Beata Vergine Maria, prendendole la mano, disse: “Fa voto al Figlio mio di non mai più commettere una tal colpa” – “Voi medesima, o tenera Madre, rispose Metilde, ottenetemi questa grazia”.

Mentre si cantava il versetto “Auro vestiris intus” due raggi uscirono dal Cuore semi­aperto della Beata Vergine, illuminando i due lati del coro. Venne quindi ispirata Metilde di salutare il Cuore della gloriosa Vergine Maria nelle sette circostanze in cui quel Cuore santissimo si mostrò per noi più amante e benefico di qualunque altro eccettuato il Cuor di Gesù. Dapprima la salutò nel suo desiderio della nascita di Cristo, desiderio che sorpassò quello dei Patriarchi e dei Profeti; poi, nell’amore ardentissimo ed umilissimo per cui venne scelta a Madre di Dio; terzo, in quella dolcezza con la quale con tanta tenerezza allevò il piccolo infante Gesù; quarto, nella sua attenzione a conservare le parole di Cristo; quinto, nella sua imitazione della pazienza di Gesù sofferente; sesto, nelle sue assidue preghiere per la Chiesa nascente; settimo nel compito che ogni giorno adempie in cielo, mentre appoggia le nostre suppliche presso il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Mentre Metilde faceva l’inchino al Gloria Patri, la gloriosa Vergine che le stava di fronte, si inchinava pure nella medesima maniera sino alle ginocchia. E come la Santa se ne meravigliava, le fu rivelato che la Santissima Vergine, essendo elevata sopra ogni creatura, sopra tutte era pure maggiormente grata per tutti i doni di Dio.

 

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