Memoria della B. V. Maria

Memoria della B. V. Maria

Quando:
19 Ottobre 2024 h. 3:15 – 4:15
2024-10-19T03:15:00+02:00
2024-10-19T04:15:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dall’Omelia I di Amedeo di Losanna

 

Maria tra i due Testamenti 

(Ma) siccome siamo venuti a parlare dei veri fiori e del frutto eterno della giustizia, è necessario ricercare in dettaglio, con l’aiuto dello Spirito Santo, che cosa siano questi fiori e questi frutti.

Consideriamo dunque questi due canestri d’oro pieni di frutti e ornati di fiori: il Nuovo e il Vecchio Testamento disposti uno alla sinistra e uno alla destra della Vergine. L’antico sta a sinistra, mentre la grazia del Nuovo risplende sulla destra. Conviene in effetti che la legge della morte sia sulla sinistra e la legge della vita sulla destra, perché la prima fà il trasgressore, la seconda toglie la trasgressione. La Vergine delle Vergini appare nel mezzo, nello splendore primaverile dei fiori e la squisita dolcezza dei frutti. Come l’albero piantato al centro del Paradiso, innalza la sua chioma fino alle altezze del cielo e per la rugiada che viene dall’alto concepisce e produce un frutto di salvezza, un frutto di gloria, un frutto di vita: chi ne mangerà vivrà in eterno (Gv. 6,59). Per parlare più chiaramente, il Paradiso è questo giardino in cui la Chiesa invita il suo Diletto: “Che venga il mio Diletto nel suo giardino e che mangi del frutto dei suoi alberi” (Cant. 5,1). Perché essa si designa come il giardino del Diletto, lei che è irrigata dalle sorgenti del Salvatore, che è inebriata dai ruscelli dei suoi doni, tanto che sposata nell’amore dello Spirito gioisce e, fecondata dalle gocce della sua rugiada, trova la sua gioia   nella generazione di numerosi figli, come nella profusione dei suoi germogli. Essa chiama il suo Diletto perché mangi il frutto dei suoi alberi, perché ha conservato per lui dei frutti nuovi e dei frutti vecchi, cioè le profezie dell’uno e dell’altro Testamento; oppure i sentimenti perfetti del suo cuore che sono come le sue mammelle, secondo quanto si legge: “Le tue mammelle saranno come grappoli d’uva “(Cant 7,8); oppure meglio ancora le anime sante degli angeli e degli uomini, di cui gli uni perseverano nella nuova vita e gli altri trovano nella loro vecchiezza e nel loro peccato di che soffrire. Si può vedere in questi frutti nuovi e antichi anche i Padri, nuovi e antichi, fra i quali pascola l’amore dello Sposo fino a che sopraggiunga il giorno e si dissipino le ombre. Fra di essi e in mezzo ad essi si innalza l’albero di cui abbiamo parlato, albero di salvezza che produce il cibo della vita e la manna del cielo, manna che possiede ogni dolcezza e soavità: se il primo Adamo non lo avesse toccato non avrebbe mai gustato la morte. Che sia lui questo pane, lo attesta il Figlio dell’uomo nel Vangelo quando dice: “Io sono il pane vivo, che sono disceso dal cielo. Se qualcuno mangia di questo pane vivrà in eterno “(Gv. 6,51-52).

 

 

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