Dalle Omelie di s. Andrea di Creta
La tomba non può possederti
Quali mani ti deporranno nella tomba, o Madre di Dio? Con quali braccia porteremo te, che hai portato colui che non può essere contenuto? Quale preghiera funebre faremo per te? Con quali canti ti accompagneremo? Con quali labbra canteremo il tuo esodo? Con quale voce? Con quali parole celebreremo le tue grandi opere?
Perciò, al posto di tutte queste parole, ti offriamo queste altre: “Benedetta tu fra le donne” di generazione in generazione. Sei benedetta nei cieli e sei glorificata sulla terra. Ogni lingua ti glorifica con gratitudine e ti proclama Madre della vita. Tutta la creazione è piena della tua gloria, tutto è santificato dall’effusione del tuo profumo. Per mezzo tuo è scomparsa l’inclinazione al peccato e la maledizione della progenitrice è stata tramutata in gioia. Per causa tua tutti cantano con noi: “Gloria in cielo e pace sulla terra”.
La tomba non può possederti, le cose corruttibili non possono oscurare il corpo della Signora, né gli inferi possono prevalere su di te, perché ciò che divide lo stato di schiavitù non può toccare un’anima regale. Va’ dunque, va’ in pace! Allontanati dalle dimore terrene, rendi benevolo il Signore riguardo alla creazione di cui fai parte. Finché ti trattenevi tra gli uomini, ti possedeva una piccola particella di terra, ma ora, da quando ti sei trasferita dalla terra, l’intero universo ti abbraccia quale comune propiziatorio.
Diventa grande nella gioia più di Enoc, rallegrandoti di gioia indicibile, avvolta da una luce eterna, là dove c’è la vera vita, il regno splendente di luce, l’innumerevole coro degli angeli. E, inoltre, godi della bellezza di tuo figlio, deliziati della gioia inesauribile e della beatitudine che non subisce la corrosione del tempo. Là scorrono i torrenti del godimento eterno, i prati dell’incorruttibilità, le fonti della vita perenne, l’irradiamento della luce proveniente da Dio, i fiumi della luce sempre viva. Là c’è il termine di tutte le cose che furono sperate e di quelle che ora si sperano, la totalità dei beni, la rivelazione delle cose nascoste e contemplate soltanto allora, il fine ultimo dopo il quale non c’è più nulla. L’à è l’unica natura dell’una, divina Trinità, là il Padre è adorato, il Figlio glorificato, e lo Spirito santo è celebrato.
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