Dalle opere di san Cirillo di Gerusalemme
MARIA NELLA REDENZIONE
Sul Cristo noi possediamo, o cari, molte vere testimonianze. Rende testimonianza per il Figlio il Padre dal cielo; rende testimonianza lo Spirito Santo, scendendo corporalmente sotto forma di colomba. Rende testimonianza l’Arcangelo Gabriele recando il lieto annuncio a Maria; lo testifica la Vergine Madre di Dio; ne è testimonio l’avventurato luogo del presepio. Questa è una causa soltanto (dell’Incarnazione); ce n’è poi un’altra. Per mezzo della vergine Eva entrò la morte; bisognava che per mezzo di una vergine, anzi da una vergine, venisse pure la vita: affinché, come il serpente aveva ingannato quella, così a questa Gabriele recasse il lieto annuncio. Sia adorato il Signore nato dalla Vergine. Apprendano le vergini quale sia la corona del loro stato; apprenda però anche la schiera dei monaci la gloria della purezza: noi infatti non siamo privati della dignità della purezza. Il Salvatore per nove mesi fu nel seno della Vergine; ma fu uomo, il Signore, per trentatré anni: di modo che, se si gloria una vergine per il periodo dei nove mesi, molto più noi per il numero degli anni. L’Unigenito Figlio di Dio, allorché fu confitto in croce nella sua carne, scorgendo Maria, Madre sua secondo la carne, e Giovanni, il più caro dei discepoli, disse a lui: “Ecco la madre tua”, e a Maria: “Ecco il figlio tuo” (cf. Gv 19, 26-27): insegnando così la dovuta tenerezza e spiegando indirettamente le parole di Luca: “E il padre suo e la sua madre erano meravigliati” (Lc 2, 33): parole che gli eretici carpiscono per dire che Egli è nato da un uomo e da una donna. Invece, come Maria è detta madre di Giovanni non perché l’ha generato, ma per titolo d’amore; così Giuseppe fu chiamato padre di Cristo non perché lo avesse generato (“non la conobbe, infatti – dice il Vangelo – finché diede alla luce il suo figlio primogenito”), (cf. Mt 1, 25) ma per la cura prestata nell’allevarlo.
Noi annunziamo la venuta di Cristo e non una soltanto, ma anche una seconda molto più gloriosa della prima: quella infatti si mostrò in sottomissione, questa porta il diadema del regno divino. E cosi, quasi sempre tutto è doppio per quanto riguarda il Signore nostro Gesù Cristo: duplice la generazione, una da Dio prima dei secoli, l’altra dalla Vergine alla fine dei tempi; due le discese, una nascosta quasi di pioggia sul vello, l’altra – la futura – manifesta. Nella prima venuta fu avvolto in fasce nel presepio, nella seconda s’ammanta di luce come di veste. Ma come allora, quando stava per incarnarsi, e si attendeva un Dio nato da una Vergine, il diavolo aveva in antecedenza reso sospetto l’evento col creare subdolamente fra gli idolatri falsi miti di dei generanti e generati da donne perché non fosse creduta – così pensava – la verità con questo previo dilagare di falsità; cosi sarà nella seconda venuta di Cristo.
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