Dall’ enciclica Magnae Dei Matris di Leone XIII
Maria, Madre di Misericordia
E in verità quando con la preghiera ci rivolgiamo a Maria, è alla Madre di Misericordia che ci rivolgiamo, a colei che è così benevola verso di noi che, in qualsiasi necessità ci troviamo, specialmente se è in gioco la salvezza dell’anima, è sempre pronta, anche prima di essere invocata, ad attingere per noi dal tesoro di quella grazia della quale fin dall’inizio le fu donata gran copia da Dio, perché degnamente ella divenisse sua Madre. (…) Quando dunque la salutiamo come piena di grazia con la lode dell’Angelo, e ripetiamo la stessa lode intrecciandola devotamente in corone di preghiere, faremo qualcosa che le sarà indicibilmente grato e ben accetto; ogni volta infatti noi ravviviamo il ricordo della sua eccelsa dignità e del principio della nostra redenzione, operata da Dio per suo tramite; quindi si rinnova nel ricordo la divina e perpetua legge che la lega ai gaudii e ai dolori, alle umiliazioni e ai trionfi di Cristo nel governo degli uomini e nella loro salute eterna. Ché se a Cristo piacque per la sua immensa benevolenza farsi così simile a noi, e dirsi e apparire come figlio dell’uomo e dunque nostro fratello, perché più manifesta apparisse la sua misericordia nei nostri confronti, “dovette assimilarsi in tutto ai fratelli per divenire misericordioso” (Eb 2,17); non altrimenti Maria, per il fatto stesso di essere stata eletta a Madre di Cristo, Signore e insieme fratello nostro, ebbe la peculiare prerogativa, tra tutte le madri, di soccorrerci manifestando la sua misericordia. Inoltre, se siamo debitori a Cristo di averci in certo modo comunicato il suo proprio diritto di chiamare e di avere Dio come padre, allo stesso modo gli siamo debitori di averci con grande benevolenza comunicato il privilegio di chiamare e di avere Maria come Madre. E se la natura stessa rese dolcissimo per noi il nome di madre, e in lei quasi stampò il modello dell’amore tenero e previdente, nessuna lingua può adeguatamente esprimere (e ben lo avvertono le anime pie) quale gran fiamma di carità benevola e operosa arda in Maria, che ci è vera madre, non per natura ma attraverso Cristo. E molto meglio di una madre naturale ella sa e giudica le cose nostre; di quali soccorsi abbiamo bisogno nella vita quotidiana, quali pericoli corriamo nell’attività pubblica e privata, da quali ristrettezze e sventure siamo travagliati, e soprattutto come sia aspra la lotta che sosteniamo contro acerrimi nemici per la salvezza della nostra anima: in questi e in altri momenti difficili ella può offrire più largamente (e più ardentemente ella stessa lo desidera) consolazione, forza d’animo, ogni genere d’aiuto ai suoi carissimi figli.
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