Da un’omelia per la dormizione della Vergine di Giovanni Damasceno
Con naturalezza e spontaneità
Angeli e arcangeli ti hanno portata, e alla tua dipartita gli spiriti immondi hanno tremato. Quando passi, l’aria viene benedetta e santificata. Il cielo accoglie con gioia la tua anima. Incontro a te vengono le potenze del cielo, con gioia e solennità, acclamando: “Chi è costei, che sale così splendente e sorge come l’aurora, bella come la luna, radiosa come il sole?”. Quanto sei bella e dolce! Tu sei un fiore dei campi, un giglio in mezzo alle spine: per questo ti amano. Al sentire i tuoi aromi noi tutti accorriamo: ecco, il re ti ha introdotto nelle sue stanze; le potenze dei cieli ti accompagnano, i principati benedicono, i troni celebrano, i cherubini esultano di stupore, i serafini glorificano colei che per natura e secondo verità, nel piano eterno di Dio, è madre del loro Signore. Non è come Elia, che sei ascesa al cielo, non come Paolo sei stata elevata al terzo cielo: sei anzitutto giunta al trono del Figlio tuo, che hai contemplato con i tuoi stessi occhi, rimanendo con gioia vicino a lui, con naturalezza e spontaneità. Per gli angeli e per tutte le potenze fosti gioia infinita; per i profeti sei stata gaudio incommensurabile. Tu benedici il mondo e benedici l’universo. Sei il sollievo di chi soffre, la consolazione di chi è afflitto, la salute per chi è infermo, il rifugio per chi è traviato, il perdono per i peccatori, lo sprone per chi è nella prova, l’ausilio per chi ricorre in te.
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