Memoria della B.V. Maria

Memoria della B.V. Maria

Quando:
7 Settembre 2019 h. 3:15 – 4:15
2019-09-07T03:15:00+02:00
2019-09-07T04:15:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dall’ Omelia del Card. Mauro Piacenza, Penitenziere Maggiore

La dolce festa della Natività della Beata Vergine Maria è una ricorrenza che i nostri antichi sentivano profondamente, tanto da dedicare a questo evento delle bellissime cattedrali. Ma cosa significa oggi per gli uomini la Natività di Maria? Certamente noi possiamo celebrare con intensa partecipazione del cuore, una festa come quella della nascita di Maria, ma dobbiamo comprendere e far comprendere il mistero e vedere come esso ci riguardi tutti e sia tutt’altro che estraneo alla nostra vita più intima. Questa festa che rapporto ha con noi? Cosa può risvegliare in noi?

Quello che ci dice il mistero della Natività di Maria è questo: Dio ha creato l’universo, ma lo ha creato per me! Termine di tutto l’amore di Dio non è la creazione intera, non è l’umanità in generale, ma è la persona umana, ogni uomo che risponde al suo amore, che può riamare Dio. Di qui il mistero di questa natività. Dalle profondità abissali della creazione, dalle profondità abissali del tempo, della storia dell’uomo, che è storia di miseria e di colpa, emerge, puro, lo sguardo di una bimba per contemplare Dio che la chiama. Tutta la storia dell’universo, la stessa creazione dell’uomo, tutto è in vista di questo colloquio, di questo rapporto che viene stabilito per la prima volta, ed è puro, fra una creatura e il suo Creatore, fra Maria e il suo Dio. E’ vero che Dio aveva creato tutto per l’uomo, ma solo in Maria la persona umana effettivamente risponde.

Quando la Genesi ci parla della prima risposta che l’uomo dà a Dio, dopo il suo comando, questa risposta è soltanto un rifiuto, una disobbedienza, un fuggire da Dio. Soltanto nella nascita della Santa Bambina finalmente la Sapienza divina trova un luogo dove riposare. Proprio questo ci dice la nascita di Maria: tutto è in vista dell’uomo; l’uomo è il fine stesso di Dio. Certo, Dio è il fine dell’uomo, ma Dio, nella gratuità del suo amore, ha voluto dare un fine all’opera sua, al suo disegno. E il fine di tutta l’opera di Dio, il fine stesso del suo amore infinito non è che il cuore dell’uomo, non è che la persona dell’uomo. Ed è Maria che tutti ci rappresenta; ma ci rappresenta precisamente nell’incomunicabilità della sua persona: ella è l’umanità, ella è la Vergine di Nazareth. Più grande di tutta la creazione, più grande di tutta l’umanità è ciascuno di noi dinanzi al volto di Dio, perché l’amore di Dio non termina nella creazione; è un amore personale. Non termina nemmeno nell’umanità, perché anch’essa è impersonale finché non si concretizza nella persona di ogni uomo. Termine di tutte le operazioni divine è ciascuno di noi. Ma nessuno di noi ha risposto a questo amore infinito. Solo una creatura ha risposto, solo una persona ha detto: “Eccomi!” a Colui che la chiamava, ed è la Vergine santa. Per questo la Vergine vale più di tutta la creazione, per questo la Vergine vale più di tutta l’umanità. Il suo atto di risposta all’amore di Dio non è atto che si inscrive nella storia, non fa parte della storia del mondo: piuttosto è tutta la storia del mondo che fa parte del suo piccolo “sì”, che in questo piccolo “sì” trova il suo compimento. Questo ci dice il mistero di Maria: già fin dalla sua nascita noi contempliamo l’assoluto valore della persona umana, termine di tutte le aspirazioni divine.

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