Dalla Lettera Enciclica Ingravescentibus malis di Pio XI
Il patrocino della vergine Maria
Più volte abbiamo affermato (…) che ai mali sempre più gravi del nostro tempo non si può dare nessun rimedio se non col ritorno a Cristo e ai suoi santissimi precetti. Egli solo infatti «ha parole di vita eterna», e non possono né gl’individui né la società fare qualcosa che ben presto e miseramente non abbia a cadere, se lasciano da parte la maestà di Dio e ripudiano la Sua legge. Chiunque però studi con diligenza gli annali della Chiesa Cattolica, facilmente vedrà congiunto con tutti i fasti del nome cristiano il valido patrocinio della Vergine Madre di Dio. Quando infatti gli errori, diffondendosi per ogni dove, s’accanivano a lacerare la veste inconsutile della Chiesa e a mettere a soqquadro l’orbe cattolico, a colei, che da sola distrusse tutte le eresie del mondo», si rivolsero i nostri padri con animo fiducioso, e la vittoria conquistata da lei fece ritornare tempi più sereni. E quando l’empia potenza maomettana, confidando in poderose flotte ed in eserciti agguerriti, minacciava rovina e servaggio ai popoli d’Europa, allora, per suggerimento del Sommo Pontefice, si implorò fervorosamente la protezione della celeste Madre; e i nemici furono sconfitti e le loro navi sommerse. E come nelle pubbliche sventure, così nei privati bisogni i fedeli di ogni epoca si rivolsero supplichevolmente a Maria, perché ella, tanto benigna, venisse in soccorso, impetrando sollievo e rimedio ai dolori del corpo e dell’animo. E mai fu indarno atteso il suo potentissimo aiuto da coloro che lo implorano con pia e fiduciosa preghiera. Ma anche ai nostri giorni non minori pericoli che nel passato sovrastano la società religiosa e civile. Infatti, poiché da molti si disprezza e ripudia completamente la suprema ed eterna autorità di Dio, che comanda e vieta, ne viene di conseguenza che ne è debilitata la coscienza del dovere cristiano, che si illanguidisce negli animi la fede o si spegne del tutto, che poi si smuovono e rovinano le basi stesse dell’umano consorzio. Da una parte, così, si vedono cittadini intenti in una lotta atroce fra loro, perché gli uni sono forniti di copiose ricchezze e gli altri invece devono guadagnare il pane per sé e i loro cari con il duro lavoro quotidiano. Anzi in alcune regioni, come tutti sanno, il male è arrivato a tal punto, che si è voluto distruggere perfino il diritto privato di proprietà per mettere in comune ogni cosa.
Dall’altra parte poi non mancano uomini che dichiarano di onorare e esaltare soprattutto la potestà dello Stato e van dicendo che bisogna assicurare con ogni mezzo l’ordine civile e rinforzare l’autorità, e pretendono che così si possano totalmente respingere le esecrabili teorie dei comunisti; però, disprezzando il lume della sapienza evangelica, si sforzano di far risorgere gli errori dei pagani e il loro tenore di vita. A ciò si aggiunga la scaltra e funestissima setta di coloro che, negatori e odiatori di Dio, si dichiarano nemici dell’Eterno; si insinuano per ogni dove; screditano e strappano dagli animi ogni credenza religiosa; conculcano infine ogni diritto divino ed umano. E mentre gettano lo scherno sulla speranza dei beni celesti, incitano gli uomini a conseguire con mezzi anche illeciti una felicità terrestre totalmente menzognera e li spingono pertanto con audacia temeraria al dissolvimento dell’ordine sociale, suscitando disordini, cruente ribellioni e perfino la conflagrazione della guerra civile. Tuttavia, Venerabili Fratelli, benché mali così grandi e numerosi incombano e ne siano da temere altri ancor maggiori per l’avvenire, non bisogna perdersi d’animo, né lasciar illanguidire la fiduciosa speranza che poggia unicamente in Dio. Egli che ha fatto sanabili i popoli e le nazioni, senza dubbio non lascerà perire coloro che ha redenti con il suo prezioso sangue, né abbandonerà la sua Chiesa. Ma piuttosto, come abbiamo ricordato in principio, interponiamo presso Dio la mediazione della Beata Vergine a Lui graditissima, poiché, per usare le parole di San Bernardo, «così è volontà sua (di Dio), il quale ha voluto che noi avessimo tutto per mezzo di Maria».
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