Memoria dei Defunti (m)

Quando:
9 Febbraio 2018 h. 3:15 – 4:30
2018-02-09T03:15:00+01:00
2018-02-09T04:30:00+01:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena
Strada Provinciale del Poggetto
48, 56040 Cecina LI
Italia

Dalla Regola della Reclusa di Ælredo

Meditazione per accendere l’amore di Dio considerando i benefici futuri: La morte 

E però, colui che offre ai suoi tanti doni nel tempo presente, quanti ne tiene in serbo per il futuro! L’inizio delle realtà future è la fine di quelle presenti, cioè la morte. Quale creatura non ne ha orrore, quale cuore non se ne spaventa? Gli animali, infatti, con la fuga, l’u-so dei nascondigli, e in mille altri modi si difendono dalla morte e mettono al riparo la loro vita. Considera ora con attenzione cosa ti può rispondere la tua coscienza, su cosa poggia la tua fede, cosa ti prometta la speranza, e cosa si aspetta il tuo cuore. Se la tua vita ti pesa, se il mondo ti procura fastidio, se il corpo ti fa soffrire, certo nascerà in te il desiderio della morte, che eliminerà il peso di questa vita, metterà fine al fastidio, cancellerà il dolore del corpo. Dico che più di tutti i piaceri di questo mondo, più di tutti gli onori e le ricchezze, ciò che vale è arrivare a non temere la morte grazie alla serenità della coscienza, alla solidità della fede e alla certezza della speranza. Questo lo può soprattutto sperimentare chi, dopo aver sospirato per un certo tempo sotto il peso della schiavitù, è riuscito a evadere nell’aura di una coscienza più libera. Queste sono le primizie salutari della beatitudine futura così che, quando verrà la morte, la fede vincerà, la speranza attenuerà e la coscienza rassicurata respingerà l’orrore che ne ha la natura. E nota: la morte è l’inizio della beatitudine, il traguardo delle fatiche, la distruzione dei vizi. Così infatti è scritto: Beati i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche (Ap 14,13). E il Profeta, distinguendo la morte dei reprobi da quella degli eletti, dice: Tutti i re dormono nella gloria, ciascuno nella sua casa, tu invece sei stato espulso dal tuo sepolcro come un virgulto inutile, marcio e contorto (Is 14, 81-19). Dormono infatti nella gloria coloro che sono morti con la testimonianza di una coscienza buona, poiché preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi santi (Sl 115,15). Dorme certo nella gloria colui che nel morire è assistito dagli angeli e sostenuto dai santi che accorrono per dare aiuto e offrire sollievo a un loro concittadino, si oppongono ai nemici, respingono gli assediami, confutano gli accusatori, e così, accompagnando l’anima fino al seno di Abramo, la collocano nel luogo della pace e della quiete. Non così gli empi, non così. Spiriti orribili vengono con strumenti infernali a estrarli dal corpo come da un sepolcro maleodorante, e li gettano, insozzati dalla libidine, e avvolti dalla cupidigia, nel fuoco che li brucerà, li gettano ai vermi che li roderanno, e li destinano ai fetori eterni che li soffocheranno. Davvero l’attesa dei giusti finirà in gioia, la speranza degli empi invece svanirà. Per la verità, cosa sarà quel riposo, quella pace, quella felicità nel seno di Abramo che è promessa a quelli che là riposeranno ed è da loro attesa, la penna non lo può descrivere perché l’esperienza non l’ha ancora insegnato. Attendono felici fino a che si compia il numero dei loro fratelli, e allora, nel giorno della risurrezione, rivestiti della doppia tunica della gloria, godranno della felicità eterna sia dell’anima sia del corpo.

Scarica

Views: 0