Memoria dei Defunti

Memoria dei Defunti

Dal Trattato del Purgatorio di Santa Caterina da Genova

 

– L’amore di Dio che attrae a sé le Anime sante e l’impedimento che esse trovano nel peccato, genera la pena del Purgatorio.

 

Io vedo sì gran conformità di Dio con l’anima, che quando la vede in quella purità nella quale Sua Maestà le creò, le dà un certo modo attrattivo di affocato amore, sufficiente per annichilarla, benché sia immortale. E la fa stare tanto trasformata in sé suo Dio, che non si vede esser altro che Dio, il quale continuamente la va tirando e affogando, né mai lasciandola, finché l’abbia condotta a quell’essere donde è uscita, cioè in quella pura nettezza in cui fu creata. Quando l’anima, per interiore vista, si vede così da Dio tirar con tanto amoroso fuoco, allora per quel calore dell’affocato amore del suo dolce Signore e Dio, che sente ridondar nella sua mente, tutta si liquefa. Vedendo poi nel divino lume, siccome Dio non cessa mai di tirarla e amorosamente condurla all’intera sua perfezione, con tanta cura e continua provvisione; e che lo fa solo per puro amore; ed essa per aver l’impedimento del peccato, non poter seguire quel tirare fatto da Dio, cioè quell’unitivo sguardo, che Dio le ha dato per tirarla a sé: vedendo ancora, quanto le importi l’esser ritardata di non poter vedere il divino lume: aggiuntovi l’istinto dell’anima, la quale vorrebbe esser senza impedimento, per esser tirata da esso unitivo sguardo: dico la vista delle predette cose esser quella, che genera alle anime la pena la quale hanno nel Purgatorio.

Non che facciano stima della lor pena (benché sia però grandissima), ma fanno più stima assai dell’opposizione che si trovano aver contro la volontà di Dio, il quale vedono chiaramente acceso d’un estremo e puro amore verso di loro. Questo amore, con quell’unitivo sguardo, tira sì forte di continuo, come se altro che questo non avesse a fare. Perciò l’anima, questo vedendo, se trovasse un altro Purgatorio sopra quello, per potersi levar più presto tanto impedimento, presto vi si getterebbe dentro, per l’impeto di quell’amor conforme tra Dio e l’anima.

 

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