Martedì Ottava di Pasqua

Martedì Ottava di Pasqua

Quando:
11 Aprile 2023 h. 3:15 – 4:30
2023-04-11T03:15:00+02:00
2023-04-11T04:30:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dal Discorso 229 di S. Agostino

 

In Cristo tutto era ordinato alla risurrezione che dà la misura della nostra fede.

 

La risurrezione del Signore Gesù Cristo è il centro della fede cristiana. Perché il fatto che egli, Dio da Dio, Dio fuori di ogni tempo, come uomo nacque dall’uomo in un tempo determinato, il fatto cioè che nacque in una carne mortale, in una carne simile a quella del peccato, il fatto che superò l’infanzia, attraversò la fanciullezza, giunse alla giovinezza, e questa lo condusse verso la morte, tutto questo era ordinato alla risurrezione. Non sarebbe potuto risorgere infatti se non fosse morto; non sarebbe morto, se non fosse nato; per questo la sua nascita e la sua morte furono finalizzate alla risurrezione. Che Cristo Signore fosse nato come uomo dall’uomo lo credettero molti, anche lontani ed empi; anche se non lo sapevano nato da una vergine, tuttavia che Cristo era nato come uomo dall’uomo lo credettero sia gli amici che i nemici, ma che egli fosse risuscitato non lo seppero altri che gli amici. E questo perché? Perché Cristo Signore, quando volle nascere, quando volle morire, aveva come intento il risorgere; e in questo pose il centro della nostra fede. Nel nostro genere infatti, ossia nel genere umano, due cose noi conoscevamo molto bene: il nascere e il morire. Egli si rese partecipe di quello che conoscevamo per farci conoscere quello che ignoravamo. Era normale in questa regione terrena, nella condizione della nostra mortalità, assolutamente normale era il nascere e il morire: tanto normale che, mentre in cielo non può esserci, in terra non può finire di esserci. Ma il risorgere e vivere in eterno, questo chi lo conosceva? Questa è la novità che portò nella nostra regione colui che venne da Dio. Si è fatto uomo per l’uomo. Che grande misericordia! Il creatore dell’uomo si è fatto uomo! Non era cosa grande per Cristo essere quel che era: volle ancora qualcosa di grande, diventare quel che lui stesso aveva fatto. E che significa diventare quel che lui stesso aveva fatto? Diventare uomo, lui che aveva fatto l’uomo. Questa è la sua grande misericordia. (…)

Di che cosa avevate paura, o uomini che io ho creato e che non ho abbandonato? O uomini che siete la vostra rovina, ma anche la mia creatura, o uomini, che paura avevate di morire? Ecco, muoio io, ecco, patisco io; ecco, quel che temevate non temetelo più, perché io vi faccio vedere quel che dovete sperare. Egli ha fatto proprio così, ci ha fatto vedere la risurrezione verso l’eternità: verso di essa hanno puntato gli Evangelisti con i loro scritti, e gli Apostoli l’hanno predicata per il mondo intero. Per la fede in questa risurrezione non temettero di affrontar la morte i santi martiri, che pure avevano paura di morire; sarebbe stata però una morte ben peggiore se avessero avuto paura di morire e per la paura della morte avessero rinnegato Cristo. E rinnegare Cristo non è rinnegare la vita? Quale pazzia amare la vita e rinnegare la vita! Ecco dunque che la risurrezione di Cristo allarga gli orizzonti della nostra fede.

 

 

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