Dalle Catechesi di Giovanni Paolo II (12/8/87)
L’intima unità della vita di Dio
Il mistero trinitario è presente anche nella teofania avvenuta durante il battesimo di Gesù nel Giordano, allorché il Padre, tramite una voce dall’alto, rende testimonianza al Figlio “prediletto”, ed essa viene accompagnata dallo Spirito che scende su Gesù sotto forma di una colomba (Mt 3, 16). Questa teofania è quasi una conferma “visiva” delle parole del profeta Isaia, alle quali Gesù ha fatto riferimento a Nazaret, nel dare inizio alla sua attività messianica: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato . . . (Lc 4, 18; cf. Is 61, 1).
In seguito, durante il ministero, incontriamo le parole con le quali Gesù stesso introduce i suoi ascoltatori nel mistero della divina Trinità, tra le quali c’è la “gioiosa dichiarazione”, che troviamo nei Vangeli di Matteo e di Luca. La diciamo “gioiosa” poiché, come leggiamo nel testo di Luca, in quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo (Lc 10, 21) e disse: Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare (Mt 11, 25-27).
Ecco, grazie a questa “esultanza di Gesù nello Spirito Santo”, veniamo introdotti nelle “profondità di Dio” – nelle “profondità” che solo lo Spirito scruta: nell’intima unità della vita di Dio, nell’imperscrutabile comunione delle Persone.
Queste parole, riportate da Matteo e da Luca, armonizzano perfettamente con molte affermazioni di Gesù che troviamo nel Vangelo di Giovanni (…). Su tutte domina l’asserzione di Gesù che svela la sua unità con il Padre: Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10, 30). Essa viene ripresa e svolta nella preghiera sacerdotale (Gv 17) e in tutto il discorso con cui Gesù nel cenacolo prepara gli apostoli alla sua dipartita nel corso degli eventi pasquali.
E proprio qui, nell’ottica di questa “dipartita”, Gesù pronuncia le parole che in modo definitivo rivelano il mistero dello Spirito Santo e il rapporto in cui egli rimane verso il Padre e il Figlio. Il Cristo che dice: lo sono nel Padre e il Padre è in me, nello stesso tempo annuncia agli apostoli la venuta dello Spirito Santo e afferma: questo è lo Spirito di verità che procede dal Padre (Gv 15, 26).
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