San Bernardo di Chiaravalle
Primo sermone nella risurrezione del Signore
Scendere dalla croce? In essa splendono umiltà e pazienza, obbedienza e amore.
3. Intanto mostra piuttosto la pazienza, raccomanda l’umiltà, compie l’obbedienza, perfeziona la carità. Davvero con le pietre preziose di queste virtù sono ornati i quattro estremi della croce: nel punto più alto c’è la carità, a destra l’obbedienza, la pazienza a sinistra, e l’umiltà radice delle virtù alla base. Il Signore ha arricchito il trofeo della croce con queste pietre preziose, consumando la sua passione, quando si mostrò umile davanti alle bestemmie dei Giudei, paziente alle ferite, sia che fosse trafitto all’interno dalle lingue, e all’esterno dai chiodi. E anche la carità ha raggiunto in lui la sua perfezione, poiché ha donato la vita per gli amici, e l’obbedienza ha raggiunto il culmine, quando chinato il capo spirò, fatto obbediente fino alla morte. Cercava di spogliare la chiesa di queste ricchezze, di privarla dì questa gloria di Cristo chi diceva Se è re di Israele, scenda dalla croce .Senza dubbio perché non fosse più modello di obbedienza, non incentivo di amore, non esempio di pazienza e di umiltà, ma fossero cancellate dal vangelo quelle parole soavissime e più dolci del miele e del favo: Nessuno ha un amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici, e questa parola rivolta al Padre: Ho compiuto l’opera che mi hai dato da fare; e ancora questa rivolta ai discepoli: Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore. E anche: Quando sarò innalzato da terra attirerò tutto a me.
(La risurrezione di Cristo)
6. Ormai per confutare le calunnie dei Giudei sembra che basti questo, che uscì dalla tomba chiusa, lui a cui dicevano, insultandolo: se è Re di Israele scenda dalla croce. Ora erano stati più attenti a chiudere e sigillare la tomba che a infiggere i chiodi. Se dunque, in questa uscita, ha vinto il Leone della tribù di Giuda, e ha mostrato un’opera più grande di quella che chiedevano, a cosa potrà essere ormai paragonato lo stesso miracolo della risurrezione? Leggiamo, è vero, che diverse risurrezioni precedettero quella di Cristo, o piuttosto si trattava del risveglio di alcuni, ma erano come preamboli di questa, che si sa che vince su quelle con un duplice privilegio; gli altri, infatti, risorsero per morire di nuovo; ma Cristo risorto dai morti non muore più, la morte non ha più potere su di lui. Quelli, una volta morti, hanno bisogno di nuovo di essere risuscitati; Cristo, per il fatto che è morto, è morto al peccato una volta per tutte ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio, vive nell’eternità. A ragione Cristo è primizia di quelli che risorgono, perché è risorto in modo tale da non potersi addormentare di nuovo, lui che solo ha raggiunto l’immortalità.
(Cristo è risorto per sua potenza propria)
7. C’è anche un’altra cosa in cui risplende la gloria singolare di questa risurrezione. Chi tra tutti gli altri risuscitò se stesso? Questo è ineffabile: che chi dorme risvegli se stesso dalla morte; è singolare: non c’è chi compia una cosa simile: non ce n’è neppure uno. Il profeta Eliseo ha ben risuscitato un morto ma un altro, non se stesso. E guarda da quanti anni giace nel sepolcro, sperando di essere risuscitato da un altro, perché da se non può sperarlo, e lo spera certamente da Colui che vinse in se stesso il dominio della morte. Per questo diciamo che altri sono stati risvegliati, ma che Cristo è risorto, lui che solo per forza propria uscì vincitore dal sepolcro: davvero anche in questo ha vinto il Leone della tribù di Giuda. Quanto grande sarà la sua potenza, anzi, che cosa sembrerà non potere, Egli che è vivente e dice al Padre: Sono risorto e sono con te, lui che fu tanto potente che si è rialzato, mentre veniva considerato fra i morti, ma pure tra i morti Egli era libero.
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