Dal Quinto Sermone per la Quaresima di San Bernardo, Abate
La gioia in Dio
Così sarà certamente se faremo ciò che siamo esortati a fare nel Salmo, cioè se cerchiamo la gioia nel Signore. Dice, infatti, il Santo Davide: cerca la gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore. Ma perché, o profeta, ci comandi, in modo così assoluto di cercare la gioia nel Signore, come se questa gioia fosse a portata di mano? La gioia del cibo, del sonno, del riposo, e delle altre cose che sono sulla terra, la conosciamo; ma che gioia c’è in Dio, perché cerchiamo in Lui la gioia? Fratelli miei: gli uomini del mondo possono dire questo; voi non potete. Chi di voi, infatti, non ha sperimentato molte volte la gioia di una buona coscienza, chi non ha gustato il sapore della castità, dell’umiltà, della carità? Non è questa la gioia che si trova nel cibo, nella bevanda, o in qualsiasi cosa simile; ma tuttavia è una gioia, e più grande di tutte quelle. E’ una gioia divina, e non carnale, e quando cerchiamo la gioia in queste cose sicuramente cerchiamo la gioia nel Signore.
Ma forse molti adducono il pretesto di aver sperimentato raramente quest’affetto piacevole e più dolce del miele e del favo; certamente perché intanto sono messi alla prova dalle tentazioni, agiscono molto virilmente se seguono le virtù non per la gioia che sperimentano, ma per le virtù stesse con ogni desiderio di fare solo la volontà di Dio, anche se non con tutta la partecipazione effettiva.
E non c’è dubbio che chi agisce così compie perfettamente l’ammonimento del profeta che dice: cerca la gioia nel Signore poiché non parla dell’affetto sensibile, ma dell’esercizio della virtù. Quell’affetto è proprio della beatitudine eterna, ma l’esercizio è proprio della virtù. Cerca la gioia, dice, nel Signore, tendi a questo, sforzati di raggiungere questo, ed esaudirà i desideri del tuo cuore. Ma considera che parla di quei desideri del cuore che sono approvati dal giudizio della ragione. E non avrai di che lamentarti, ma di che rivolgere con tutto l’affetto l’azione di grazie, poiché cosi grande è per te la premura del tuo Dio, che tutte le volte che, senza saperlo, chiedi ciò che ti è inutile, su questo non ti ascolta, ma lo cambia in un dono più utile. Così anche un padre secondo la carne porge volentieri il pane al bambino che lo chiedeva, se chiede un coltello, che non ritiene necessario, non acconsente, ma piuttosto gli spezza lo stesso pane che gli aveva dato, o comanda a qualche servo di spezzarlo, perché per lui non ci sia nessun pericolo, nessuna fatica.
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