Dagli Insegnamenti spirituali di Doroteo di Gaza
Dobbiamo sopportare le tentazioni senza turbarci…
Le tentazioni sono di grande aiuto per chi le sopporta senza turbarsi. Anche quando una passione ci tormenta, non dobbiamo lasciarci turbare. È segno di ignoranza e orgoglio lasciarsi turbare quando ci assale qualche passione; avviene perché non conosciamo la nostra condizione, perché vogliamo fuggire la fatica, come hanno detto i Padri: “Non facciamo progressi nella nostra vita spirituale perché non conosciamo i nostri limiti, e non abbiamo perseveranza in tutto ciò che abbiamo intrapreso, ma vogliamo acquistare la virtù senza fatica”. Perché chi è soggiogato dalle passioni si stupisce se lo tormentano? Perché si turba se ne ha compiuto le opere? Hai in te la passione e ti turbi? Ne hai dentro di te le radici e ti chiedi: “Ma perché mi tormenta?” sopportala piuttosto, lotta, invoca Dio! Chi è giunto fino a mettere in pratica una passione è impossibile che non ne sia tormentato. “I loro strumenti sono dentro di te – come disse abba Sisoes – Restituisci quel che loro appartiene e se ne andranno”. Per strumenti intendeva ciò che è la causa delle passioni. Finché dunque le amiamo e le mettiamo in pratica, saremo inevitabilmente soggiogati da pensieri che ci costringono a mettere in pratica le passioni anche se non lo vogliamo, poiché ci siamo consegnati volontariamente nelle loro mani.
(…) Meditate attentamente queste parole. Chi non ha ancora messo in pratica una passione, anche se i pensieri gli fanno guerra, si trova ancora nella sua città, è ancora libero e anzi ha anche Dio che lo aiuta. Se dunque si umilia davanti a lui, se sopporta il giogo della tentazione che lo fa soffrire, rendendo grazie a Dio e lottando un poco, l’aiuto di Dio lo libererà dalla tentazione. Ma se vuole evitare qualsiasi fatica e cede ai desideri della carne, allora sarà trasportato con la forza nella terra degli Assiri e li dovrà servire anche se non vuole.
Si racconta che un discepolo di un grande Anziano un giorno fu tentato dalla fornicazione. L’Anziano vedendolo soffrire, gli disse: “Vuoi che preghi Dio di darti sollievo da questa guerra?”. Ma il fratello rispose: “Sto soffrendo, abba, ma vedo in me il frutto della mia fatica. Chiedi dunque questo a Dio, che mi doni la pazienza”.
Ecco, costoro desiderano veramente essere salvati! (…) Come abbiamo detto è per ignoranza, è per orgoglio che ci turbiamo quando siamo tormentati da una passione. Ci sarebbe più utile, invece, riconoscere umilmente i nostri limiti e perseverare nella preghiera aspettando che Dio ci faccia misericordia.
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