Dagli Insegnamenti spirituali di Doroteo di Gaza
Dobbiamo sopportare le tentazioni senza turbarci…
Il monaco che si mette veramente al servizio di Dio, deve, come dice il libro della Sapienza, prepararsi alle tentazioni per non lasciarsi sorprendere né turbare da quanto gli accadrà, e creda che nulla può avvenire senza che Dio lo voglia. Dove c’è la Provvidenza di Dio, tutto quel che avviene è senz’altro buono e utile all’anima poiché tutto quello che Dio fa con noi, lo fa per il nostro bene, perché ci ama e ha compassione di noi. Come ha detto l’Apostolo, dobbiamo rendere grazie in ogni cosa (1 Ts 5,18) alla sua bontà e non scoraggiarci mai, non abbatterci di fronte a quello che ci capita, ma accettare ogni evento con umiltà e speranza in Dio, senza lasciarci turbare, certi, come dicevo, che tutto quello che Dio fa con noi, lo fa perché è buono, perché ci ama e lo fa senz’altro bene. Non è possibile che le cose vadano bene se non è Dio nella sua misericordia a disporre così.
(…) Ma spesso si dubita e ci si chiede: “Ma se nelle avversità la sofferenza ci porta a peccare, come possiamo pensare che esse accadono per il nostro bene?”. Ma noi pecchiamo nelle avversità perché non vogliamo far fatica, non vogliamo sopportare neanche la minima sofferenza, né alcuna contrarietà. Dio infatti non permette che siamo tentati al di là delle nostre forze, come dice l’Apostolo: “Dio è fedele, non permetterà che siate tentati al di là delle vostre forze ” (1 Cor 10,13). Ma noi non abbiamo pazienza, non vogliamo fare neanche un po’ di fatica, non accettiamo umilmente quel che ci capita e così ci lasciamo abbattere e più cerchiamo di sfuggire le tentazioni, più ne siamo oppressi, ci scoraggiamo e non riusciamo a liberarcene. Vi sono alcuni che devono nuotare; se conoscono i segreti del nuoto, quando si scontrano con un’onda, si immergono nell’acqua e la lasciano passare sopra di loro e così poi possono continuare a nuotare senza difficoltà. Ma se invece vogliono resistere all’ondata, ne sono respinti e gettati lontano; come ricominciano a nuotare, arriva un’altra onda e, se di nuovo le oppongono resistenza, vengono ancora respinti e gettati fuori e così si affaticano invano e non vanno a vanti. Ma se, come dicevo, si abbassano al di sotto delle onde, si umiliano, le onde passeranno senza far loro del male, potranno continuare a nuotare finché vogliono e fare quel che devono.
È la stessa cosa anche per le tentazioni. Se le sopportiamo con pazienza e umiltà, passeranno senza farci del male; ma se ci lasciamo turbare, affliggere, se ne diamo la colpa a tutti gli altri, facciamo del male a noi stessi, le rendiamo ancora più insopportabili e così non solo non ne otteniamo nessun vantaggio, ma ci facciamo pure del male.
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