Dal Secondo Sermone per la Quaresima di San Bernardo, Abate
La conversione del cuore
(…) Ormai vediamo in che modo sia necessario convertirci a questo Bambino, alla mansuetudine e all’umiltà del Maestro. Convertitevi, a me, dice, con tutto il vostro cuore. Fratelli, se avesse detto: convertitevi, senza aggiungere nulla, avremmo forse potuto rispondere liberamente: “Già fatto, ormai proponi un altro comando!”. Ma ora, come mi pare di sentire, ci esorta a una conversione spirituale, che non si compie in un solo giorno. Volesse Dio che si potesse consumare in tutta la vita che passiamo in questo corpo. Cioè: la conversione del corpo se sarà da sola, non varrà a nulla. Questa è apparenza di conversione, non verità, e anche se porta in sé l’aspetto della pietà è vuota della sua virtù. Misero l’uomo che, tutto teso alle cose esteriori e ignaro delle realtà interiori, credendo di essere qualcosa mentre non è nulla, inganna se stesso! Come acqua sono versato, dice il salmista nella persona di quest’uomo, sono slogate tutte le mie ossa. E l’altro Profeta dice: Gli stranieri hanno divorato la sua forza ed egli non se ne accorge. Infatti, vedendo la superficie esterna pensa che tutto il resto sia sano, e non vede il verme nascosto che corrode l’interno. Rimane la tonsura, e neppure la veste è mutata, si custodisce la regola dei digiuni, si salmodia alle ore stabilite, ma il cuore è lontano da me, dice il Signore
Esamina attentamente ciò che ami, ciò che temi, di che cosa ti rallegri o ti rattristi e troverai sotto l’abito religioso un animo mondano, sotto i panni della conversione un cuore perverso. Tutto il cuore, infatti, è in questi quattro affetti, e credo che a questi si riferisca ciò che viene detto, di convertirsi con tutto il cuore al Signore. Si converta allora il tuo amore, in modo che non ami nulla, se non lui, o certamente a causa di lui. Si converta anche a lui il tuo timore, perché è ingiusto ogni timore per il quale tu temi qualcosa oltre a lui, o non a causa sua. Sia così anche la tua gioia, e ugualmente la tua tristezza si convertano a lui. E questo avverrà se non ti rattristerai o ti rallegrerai se non secondo lui. Che cosa c’è di più ingiusto che rallegrarti quando fai il male, ed esultare nelle cose più abbiette? Ma anche la tristezza che è secondo la carne porta con sé la morte. Se ti rattristi per un peccato tuo o del tuo prossimo, fai bene e questa tristezza è per la salvezza. Se ti rallegri per i doni della grazia, questa gioia è santa, ed è gioia tranquilla nello Spirito Santo. Nell’amore di Cristo devi anche rallegrarti con i tuoi fratelli quando le cose per loro vanno bene, e rattristarti quando vanno male, come sta scritto: Rallegrati con quelli che sono nella gioia, piangi con chi è nel pianto.
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