Giovedì dell’Ottava di Pasqua

Giovedì dell’Ottava di Pasqua

Quando:
25 Aprile 2019 h. 3:15 – 4:30
2019-04-25T03:15:00+02:00
2019-04-25T04:30:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Da L’Anno liturgico di Dom Prosper Gueranger

 

Il Figlio di Dio disse all’ Apostolo prediletto: “Son vivo, io che fui morto”; per virtù della Pasqua verrà un giorno in cui anche noi diremo con trionfale accento: “siamo viventi, noi che fummo morti”.

La morte ci aspetta; è pronta ad afferrarci, e noi non potremo sfuggire alla sua falce omicida. “La morte è il soldo del peccato” dice il libro sacro (Rom. 6, 23); e con questa spiegazione tutto viene compreso: e la sua necessità e la sua universalità. Non per questo la legge è meno dura; e noi non possiamo impedirci di vedere un turbamento dell’ordine in questa violenta rottura del legame che stringeva assieme, in una vita comune, il corpo e l’anima, uniti da Dio stesso. Se vogliamo comprendere la morte quale essa è, ricordiamoci che Dio creò l’uomo immortale; solo così ci renderemo conto dell’orrore invincibile che ci ispira la sua distruzione, orrore che non può essere sormontato che per mezzo di un sentimento superiore ad ogni egoismo: per mezzo del sentimento del sacrificio.

V’è nella morte di ogni uomo un vergognoso monumento del peccato, un trofeo per il nemico del genere umano; e vi sarebbe una umiliazione per lo stesso Dio, se non vi apparisse la sua giustizia, ristabilendo così l’equilibrio. Quale sarà dunque il desiderio dell’uomo sotto la dura necessità che l’opprime? Aspirare a non morire? Sarebbe una follia. La sentenza è formale, e nessuno potrà sfuggirla. Lusingarsi nella speranza che un giorno questo corpo, diventato ormai un cadavere, e distrutto, in seguito, fino a non lasciare più la minima traccia visibile di se stesso, potrebbe rivivere e sentirsi di nuovo riunito all’anima per la quale era stato creato? Ma chi opererà questa riunione, impossibile, di una sostanza che fu unita un giorno e che in seguito sembra essere disciolta negli elementi dai quali era stata tratta? O uomo! Pertanto è proprio così. Tu risusciterai; questo corpo, dimenticato, distrutto, in apparenza annientato, rivivrà e ti sarà reso. Ma che dico? Oggi stesso esce dalla tomba nella persona dell’Uomo-Dio; la nostra risurrezione futura si compie da oggi nella sua; oggi è divenuto altrettanto certo che noi risusciteremo, quanto è sicuro che moriremo; e questa è ancora la Pasqua!

Dio, nel suo sdegno salutare, da principio nascose all’uomo questa meraviglia del suo potere e della sua bontà. (…)  Era necessario umiliare quell’orgoglio, dimentico di ogni gratitudine, che aveva voluto elevarsi fino a Dio. Più tardi questo gran mistero fu manifestato, sia pure con una grande parsimonia. E già lunghi secoli addietro, un uomo, il cui corpo cadeva a brandelli, divorato da terribili ulceri, poteva dire: “Io lo so: il mio Redentore è pur vivo e nell’ultimo giorno mi ergerà sulla polvere. E dopo che della mia pelle sarà circondata questa spoglia, dalla mia carne vedrò Dio. Questa speranza è riposta entro il mio seno” (Giob. 19, 25-27).

Ma per realizzare l’attesa di Giobbe bisognava che questo Redentore così desiderato apparisse sulla terra, che venisse a combattere la morte, lottando con essa, corpo a corpo, e, finalmente, abbatterla. È venuto nel tempo stabilito; non per impedirci di morire – la sentenza era stata troppo formale – ma per morire egli stesso e togliere così alla morte tutto ciò che essa aveva di duro e di umiliante. (…)

Ma la gioia di questa nemica dell’uomo è stata breve, poiché egli è risuscitato per non più morire, e quel giorno ha acquistato, anche per tutti noi, lo stesso diritto. Da tale momento noi dobbiamo considerare la tomba sotto un altro aspetto. La terra ci riceverà, ma per ridarci, poi, come essa rende la spiga, dopo aver ricevuto il seme del grano. Gli elementi, nel giorno prescritto, saranno costretti, dalla stessa potenza che li estrasse dal nulla, a restituire quegli atomi che non avevano ricevuto che in deposito e, al suono della tromba dell’Arcangelo, tutto il genere umano al completo si solleverà dalla terra e proclamerà l’ultima vittoria sulla morte. Per i giusti, sarà la Pasqua: ma una Pasqua che non può essere che il seguito di quella di oggi. (…)

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