Dal sermone 29 sul digiuno quaresimale di san Leone Magno
(…) Giustamente l’insegnamento dello Spirito santo ammaestrò il popolo cristiano con questo suggerimento, che cioè si preparasse alla festa di pasqua con un’astinenza di quaranta giorni. La natura di questa purificazione ci invita già ora a una disciplina apportatrice di salvezza e ci impone di attuare con amore un programma di maggiore austerità. Quanto più santamente ciascuno avrà trascorso questi giorni, tanto più gli sarà riconosciuto di aver celebrato devotamente la Pasqua del Signore.
Nei giorni dei santi digiuni, pertanto, esercitiamo con maggior frequenza quelle opere di misericordia alle quali bisogna dedicarsi costantemente. Siamo misericordiosi verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede, così da imitare (…) la bontà del padre celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Perciò, nonostante, si debba aiutare prima di tutto l’indigenza dei fedeli, tuttavia bisogna compatire nelle loro pene anche coloro che ancora non hanno accolto il Vangelo, poiché va amata in tutti gli uomini la comunanza di natura e questa ci deve indurre ad essere benevoli anche verso quelli che sono soggetti a noi a qualsiasi titolo, soprattutto se si tratta di persone già rinate per merito della medesima grazia e redente con lo stesso prezzo costituito dal sangue di Cristo. Perché abbiamo in comune con loro l’essere stati creati a immagine di Dio, ed essi non sono separati da noi né per l’origine del corpo, né per la nascita spirituale. Siamo santificati dallo stesso Spirito, viviamo nella medesima fede, ci accostiamo insieme ai medesimi sacramenti. Non disprezziamo questa uguaglianza, non teniamo in poco conto una comunione così profonda, ma in ogni circostanza ci renda più miti il fatto stesso che ci avvaliamo del rapporto di dipendenza di coloro con i quali condividiamo la medesima ubbidienza all’unico Signore. Se dunque alcuni di loro recano offesa ai propri padroni (…), ora nei giorni della riconciliazione siano perdonati. La compassione scacci il rigore, la remissione cancelli la vendetta. (…) poiché il nostro Dio ha promesso la sua misericordia a questa condizione: sarebbe stato certo che i suoi peccati avrebbero ottenuto perdono solo colui che avesse perdonato quelli altrui.
Carissimi: siano eliminati il motivo delle discordie e le spine delle contese. Cessino gli odi, spariscano le rivalità, tutte le membra di Cristo si raccolgano nell’unità dell’amore. Infatti sono beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio, ma anche eredi, anzi coeredi di Cristo, Signore nostro, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
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