Epifania del Signore (S)

Epifania del Signore (S)

Dai Padri dei primi secoli

 

Dal primo sermone per l’Epifania di S. Leone Magno

Siate lieti nel Signore, carissimi, ve lo ripeto, siate lieti” perché dopo breve tempo dalla solennità della nascita di Cristo ecco ci inonda di luce la festa della sua manifestazione, e il Figlio partorito in quel giorno dalla Vergine, oggi il mondo lo conosce. Difatti il Verbo incarnato ha disposto gli inizi della sua venuta nella nostra natura umana in modo che Gesù così nato si svelasse ai credenti e insieme rimanesse nascosto ai suoi persecutori. Già i cieli narrarono la gloria di Dio e per tutta la terra si sparse il suono della verità, allorché la schiera degli angeli apparve ai pastori per annunziare la nascita del Salvatore, e una stella, precedendo i Magi, li condusse ad adorarlo; sicché dall’oriente fino all’occidente rifulse la nascita del vero Re.

Dal sermone 45 di San Massimo di Torino  

Rallegriamoci dunque ancora per la festività di Colui la cui nascita è annunciata dalla luce degli angeli, è cercata dalla semplicità dei pastori, è venerata dalla devozione dei Magi! In Cristo, infatti, la grazia angelica onora Dio, l’innocenza dei pastori l’Agnello, la devozione dei Magi il sacerdote. La venerazione dei Magi dimostra senza dubbio che cristo è sacerdote; infatti tutto questo mistero è confermato dai loro doni. Offrirono infatti, ciò che ritenevano fosse più bello per il Salvatore: oro, incenso, e mirra; l’oro, con riferimento al regno, la mirra con riferimento alla risurrezione, l’incenso con riferimento alla preghiera propiziatrice.

Dal discorso 374 di S. Agostino  

Oggi il Salvatore nostro fece venire a sé i Magi, da gente tanto lontana. Vennero per adorare il Bambino, il Verbo di Dio. Perché vennero? Perché videro un’insolita stella. E come capirono che era [un messaggio] di Cristo? É scontato che abbiano potuto vedere una stella, ma essa non poteva parlare e dire loro: “Io sono la stella di Cristo”. Indubbiamente ciò è stato indicato loro da qualche rivelazione. E` tuttavia singolare il caso della nascita di un re che deve farsi adorare dagli stranieri. Anche altri re erano nati prima in Giudea e su tutta la terra, fra diverse genti. Ma perché proprio questo doveva essere adorato? E per di più da gente nata in terre lontane, senza che incutesse timore con la potenza di un esercito, adorato solo nella povertà della carne e stando nascosta la maestà del suo valore? Quando nacque fu adorato da pastori israeliti, ai quali era stato annunziato dagli angeli: ma i Magi non erano della stirpe di Israele. … Videro dunque una strana, insolita stella e se ne stupirono. Domandarono senza dubbio che segnale fosse questa cosa insolita e nuova. E certamente ebbero una risposta, evidentemente dagli angeli, da qualche annunzio di rivelazione. …É probabile dunque che gli angeli abbiano detto loro: “La stella che vedete è di Cristo, andate e adoratelo dov’è nato, e poi fate sapere chi sia e quanto sia grande”. Udito ciò essi vennero ed adorarono. Portarono oro, incenso e mirra, secondo le loro consuetudini.

Dai sermoni di S. Girolamo

Una umiltà più sublime di questa non esiste. Non esiste nobiltà più grande di questa umiltà: viene battezzato da un suo servo, e Dio lo dichiara suo Figlio; viene a immergersi fra pubblicani e meretrici e peccatori, ma è più santo lui di chi lo battezza; Giovanni gli lava il corpo, ma lui purifica Giovanni nello spirito; l’acqua, che si usa normalmente per lavare ogni altra cosa, è stata essa stessa purificata dall’immersione del nostro Signore. Il Giordano, che restò senz’acqua al tempo in cui il condottiero Giosuè condusse il popolo d’Israele nella terra promessa, in questa circostanza avrebbe desiderato, se avesse potuto, ammassare tutte le sue onde in questo punto preciso per toccare il corpo del Signore.

 

 

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