PAPI E TEOLOGI MODERNI
Dalle catechesi di Papa Giovanni Paolo II
Insieme con la Pasqua, la Pentecoste costituisce il coronamento dell’economia salvifica della Trinità divina nella storia umana. La teofania della Pentecoste apre a tutti gli uomini la prospettiva della “novità di vita”. Quell’evento è l’inizio del nuovo “donarsi” di Dio all’umanità, e gli apostoli sono il segno e il pegno non solo del “nuovo Israele”, ma anche della “nuova creazione” avvenuta ad opera del mistero pasquale. Come scrive san Paolo: “Per l’opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà la vita… Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia” (Rm 5,18.20). E questa vittoria della vita sulla morte – della grazia sul peccato –, riportata da Cristo, opera nell’umanità per il tramite dello Spirito Santo. Per suo mezzo fruttifica nei suoi cuori il mistero della Redenzione (cf. Rm 5, 5; Gal 5, 22). La Pentecoste è l’inizio del processo di rinnovamento spirituale, che attua l’economia della salvezza nella sua dimensione storica ed escatologica, proiettandosi su tutto il creato.
Dall’Omelia per la Pentecoste di san Paolo VI (1968)
Gesù lascia dunque che il suo Cuore si dischiuda a prodigiose rivelazioni, dettate da un mirabile pensiero conduttore nel Sermone dopo la Cena. Anzitutto la realtà: il Signore lascia i suoi. Come li lascia? Soli, orfani, poveri e senza più alcuna comunicazione con Lui? Egli non sarà più presente in mezzo a loro? Non parlerà più; non avrà ulteriore influsso sulle loro anime? Ebbene, il Divino Maestro rivela una nuova maniera di comunicare con i suoi eletti; anzi, un nuovo mistero della divina presenza fra gli uomini. Annuncia l’invio del Paraclito, cioè dell’Assistente, del Consolatore, dell’Avvocato: lo Spirito Santo, la terza Persona della Santissima Trinità. Noi stessi siamo i destinatari della promessa del Signore. Essa ci ripete: vi manderò lo Spirito, il Consolatore; e lo Spirito Santo renderà testimonianza di Me; – si noti bene questa parola – e quindi voi, a vostra volta, renderete tale testimonianza agli altri. (…) Che vuol dire testimonianza? Significa la trasmissione di una verità in chi, ricevendola, non può direttamente esaminarla e conoscerla. La deve accogliere sulla parola, cioè per fiducia. Siamo, così, all’insegnamento sacrosanto del catechismo: bisogna credere. La nostra vita religiosa è stabilita sulla fede, cioè sull’accettazione di una testimonianza.
Da un’omelia di Benedetto XVI per la solennità di Pentecoste
Le immagini che usa san Luca per indicare l’irrompere dello Spirito Santo – il vento e il fuoco – ricordano il Sinai, dove Dio si era rivelato al popolo di Israele e gli aveva concesso la sua alleanza (cfr Es 19,3ss). La festa del Sinai, che Israele celebrava cinquanta giorni dopo la Pasqua, era la festa del Patto. Parlando di lingue di fuoco (cfr At 2,3), san Luca vuole rappresentare la Pentecoste come un nuovo Sinai, come la festa del nuovo Patto, in cui l’Alleanza con Israele è estesa a tutti i popoli della Terra. La Chiesa è cattolica e missionaria fin dal suo nascere. L’universalità della salvezza viene significativamente evidenziata dall’elenco delle numerose etnie a cui appartengono coloro che ascoltano il primo annuncio degli Apostoli (cfr At 2,9-11).
Il Popolo di Dio, che aveva trovato al Sinai la sua prima configurazione, viene quest’oggi ampliato fino a non conoscere più alcuna frontiera né di razza, né di cultura, né di spazio né di tempo. A differenza di quanto era avvenuto con la torre di Babele (cfr Gn 11,1-9), quando gli uomini, intenzionati a costruire con le loro mani una via verso il cielo, avevano finito per distruggere la loro stessa capacità di comprendersi reciprocamente, nella Pentecoste lo Spirito, con il dono delle lingue, mostra che la sua presenza unisce e trasforma la confusione in comunione. L’orgoglio e l’egoismo dell’uomo creano sempre divisioni, innalzano muri d’indifferenza, di odio e di violenza. Lo Spirito Santo, al contrario, rende i cuori capaci di comprendere le lingue di tutti, perché ristabilisce il ponte dell’autentica comunicazione fra la Terra e il Cielo. Lo Spirito Santo è l’Amore.
Da “Tu coroni l’anno con la tua grazia” di Hans Urs Von Balthasar
Ora questo Spirito – in gesti e segni sensibili, ma come ciò che è invisibile, che non si può incatenare nella “carne” – viene nel giorno odierno riversato sul mondo. Come sulla croce il cuore del Figlio di Dio fu trapassato e ne sgorgarono sangue ed acqua, … ma la lancia penetrò in realtà fino all’anima, fino all’”io”, fino al “nodo della Trinità”, così adesso fluisce in abbondanza, come da un vaso che perde acqua, lo Spirito di Dio nel mondo… Anche il rumore potente e le lingue di fuoco erano solo immagini per descrivere un evento, in maniera così elementare quale fino ad ora era stato solo l’evento della creazione, quando noi non c’eravamo, e l’evento della redenzione, tra presepe e croce, che noi non avevamo compreso. Adesso però avviene in maniera tale che noi possiamo capire.
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