Domenica delle Palme – C

Domenica delle Palme – C

Quando:
13 Aprile 2025 h. 3:15 – 4:30
2025-04-13T03:15:00+02:00
2025-04-13T04:30:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dalle Omelie di S. Paolo VI (22.3.1970)

 

Gesù, nostra scelta 

Nella scena (dell’entrata di Gesù a Geruslemme) Gesù, non con le parole, ma con un atto definisce Se stesso: Messia. Non è un atto trionfalista, ma piuttosto una umile, se pur pubblica e studiata, presentazione di Sé, la grandezza della quale (…) vogliamo considerare (…) nell’esplosione festiva della folla, nella certezza ormai acquisita del popolo, nella professione che i giovani specialmente fanno della loro fede e della loro letizia per il riconoscimento irreversibile del carattere messianico di Gesù: è Lui, è Lui l’atteso da secoli, Lui l’atteso da questa generazione, Lui la chiave di tutta la storia passata e futura. (…)

Nella liturgia che stiamo celebrando questo incontro si ripete. La Chiesa riporta quella scena, quel momento decisivo davanti ai nostri animi. Gesù si ripresenta davanti a noi, umile e formidabile, svelando se stesso. Egli parla, quasi da sé, e, cosa impressionante in tanta festa che lo circonda, Egli piange. Piange guardando la città vicina e dicendo, quasi a dialogo con essa, prevedendo, nonostante quell’ora di gloria: «Oh! se conoscessi anche tu, e proprio in questo giorno, quello che giova alla tua pace! Invece ora i tuoi occhi sono rimasti chiusi»; e, predicando la futura rovina della santa, ma infedele città, soggiunge: «Perché non hai riconosciuto il momento nel quale sei stata visitata» (Luc. 19, 42-44).

Il significato di questo Vangelo delle palme è una domanda inevitabile. Propone una scelta, che riguarda il destino della nostra vita. Sì, o no: riconosciamo noi Gesù per chi Egli è, il Cristo? Cioè il Messia, il mandato da Dio, calato nel mondo, per dare all’umanità la salvezza? Ovvero per essere fra noi «il segno di contraddizione» (Luc. 2, 34), l’ago di scambio fra le due vie fatali, della salute o della perdizione, della vita o della morte? Abbiamo noi l’intuito felice, la freschezza, il gaudio, l’audacia di proclamare ancora oggi che Gesù è Lui, la nostra scelta, Lui è il nostro Redentore, necessario, sufficiente; Lui, venuto per tutti, venuto per ciascuno di noi; Lui, il Maestro, Lui l’Amico, Lui «la risurrezione e la vita»? (Io. 11, 25) Lui, sì, la via, Lui, la verità, Lui, la vita delle nostre singole esistenze e di tutta la comunità di quanti in Lui credono, di Lui si fidano, da Lui si sentono amati e a Lui offrono il loro povero e grande amore?

Gesù, il Cristo, incrocia ancor oggi, incrocia sempre e dappertutto, i sentieri dell’umanità, e pone Se stesso come la grande questione, come la scelta somma e decisiva, che ogni uomo, che ogni popolo è chiamato a fare. Gesù è la grande responsabilità nella storia d’ogni umana esistenza, Gesù è al grado supremo di tensione della libertà della vita cosciente. Gesù è al nodo ultimo e primo, dove le nostre sorti si definiscono. Gesù è l’invito più intimo e personale rivolto alla nostra coscienza lucida ed operante.

 

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