Dedicazione della Chiesa di Valserena (S)

Dedicazione della Chiesa di Valserena (S)

Quando:
1 Febbraio 2021 h. 3:15 – 4:15
2021-02-01T03:15:00+01:00
2021-02-01T04:15:00+01:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dal primo sermone di s. Bernardo per la Dedicazione (3-4)

 

La Dedicazione è la festa di coloro che sono proprietà del Signore

 

È dunque vostra, fratelli carissimi, proprio vostra la festa di oggi. Proprio voi siete stati consacrati al Signore, voi Egli ha scelto, voi ha assunto come sua proprietà. A te – dice il profeta – è stato abbandonato il povero, dell’orfano tu sarai il sostegno. Che scambio vantaggioso, fratelli carissimi! Abbandonando tutto ciò che avreste potuto avere nel mondo, avete meritato di appartenere al creatore del mondo, e di avere lui come vostro possesso, lui che sicuramente è la ricchezza e l’eredità di coloro che gli appartengono. Noi non diremo, come hanno detto i figli dell’iniquità: Beato il popolo a cui appartengono queste cose. (Sl 143,15) Cioè i beni temporali di cui aveva parlato prima: granai ricolmi di frutti d’ogni specie, pecore feconde (Sl 143, 15) e cose simili; no, ripeto, non dico Beato il popolo che possiede questi beni, ma Beato il popolo del quale proprio il Signore è Dio.

Vedete dunque se non abbiamo ragione di far diventare una festa il giorno in cui lui ci ha presi come sua proprietà, Egli si è servito dei suoi servi e dei suoi rappresentanti per compiere ciò che aveva promesso un tempo, dicendo: Io sarò in mezzo a loro, e sarò il loro Dio, Noi siamo suo popolo e gregge del suo pascolo. (Sl 94,7). Quando, per mano del vescovo, questa casa è stata consacrata al Signore, è avvenuto per noi questo fatto, non solo per noi che eravamo presenti, ma per tutti coloro che fino alla fine del mondo serviranno qui il Signore.

È necessario dunque che si compia spiritualmente in noi ciò che è stato realizzato prima visibilmente sulle pareti. E, se volete saperlo, questi segni sono: l’aspersione, l’iscrizione, l’unzione, l’illuminazione e la benedizione. Queste sono le cose che i vescovi hanno compiuto in questa casa visibile; queste sono le cose che Cristo, divenuto Pontefice dei beni futuri (Ebr 9,11) opera invisibilmente, ogni giorno in noi. Per prima cosa ci asperge con l’issopo, per mondarci, lavarci, purificarci, e si possa dire di noi: Chi è costei che – sale tutta pura? (Cant 3,6). Ti dico ancora: ci lava con la confessione, ci lava con la pioggia delle lacrime, ci lava con il sudore della penitenza, ma ancora di più ci lava con quell’acqua preziosissima che è sgorgata dalla sorgente della misericordia, cioè dal suo costato. Ci asperge con l’issopo, umile erba che serve come medicina per il respiro; con l’acqua della sapienza che dà salvezza (Sir 15,3) che è il timore del Signore, inizio della sapienza e sorgente della vita. Aggiunge anche come condimento il sale, perché il timore non sia senza il sapore della speranza e dell’amore. Questa non basta: scrive su di noi con il dito di Dio, con il quale cacciava i demoni, con la forza dello Spirito Santo; scrive, lo ripeto, la sua legge, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei nostri cuori (2 Cor 3,3); compie così la promessa fatta dal profeta, che avrebbe tolto il cuore di pietra e ci avrebbe dato un cuore di carne, cioè senza durezza e senza fariseismo, ma dolce, mansueto, disponibile e devoto. Beato chi tu istruisci, Signore, e che ammaestri nella tua legge. (Sl 33,12)

 

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