Dedicazione della Cattedrale di Volterra (f)

Dedicazione della Cattedrale di Volterra (f)

Quando:
20 Maggio 2019 h. 3:15 – 4:30
2019-05-20T03:15:00+02:00
2019-05-20T04:30:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dalle catechesi di san Giovanni Paolo II, (13.11.91)

 

L’universalità della chiesa

Prosegue il Concilio col dire che il popolo messianico-Chiesa, «costituito da Cristo per una comunione di vita, di carità e di verità, è pure da lui assunto ad essere strumento della redenzione di tutti e, quale luce del mondo e sale della terra, è inviato a tutto il mondo» (LG 9). Quest’apertura a tutto il mondo, a tutti i popoli e a tutto ciò che è umano, appartiene alla costituzione stessa della Chiesa. Essa scaturisce dall’universalità della redenzione operata nella croce e nella risurrezione di Cristo. Trova la sua consacrazione nel giorno della Pentecoste attraverso la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli e sulla comunità di Gerusalemme, primo nucleo della Chiesa. Fin da quei giorni la Chiesa ha coscienza della chiamata universale degli uomini a far parte del popolo della nuova alleanza.

Dio ha convocato a far parte del suo popolo tutta la comunità di coloro che guardano con fede Gesù, autore della salvezza e sorgente di pace e di unità. Questa «comunità convocata», è la Chiesa, istituita perché «sia per tutti e per i singoli sacramento visibile di questa unità salvifica. Dovendosi essa estendere a tutta la terra, entra nella storia degli uomini e insieme però trascende i tempi e i confini dei popoli» (LG 9). É l’insegnamento del Concilio, che prosegue: «Come già l’Israele secondo la carne, peregrinante nel deserto, viene chiamato Chiesa di Dio, così il nuovo Israele dell’era presente, che cammina alla ricerca della città futura e permanente, si chiama pure Chiesa di Cristo avendola egli acquistata col suo sangue, ricolmata del suo Spirito e fornita di mezzi adatti per l’unione visibile e sociale».

L’universalità della Chiesa risponde dunque al disegno trascendente di Dio, che opera nella storia umana in forza della misericordia «che vuole la salvezza di tutti» (1Tm 2,4).

Questa volontà salvifica di Dio Padre è la ragione e lo scopo dell’azione che la Chiesa svolge fin da principio per rispondere alla sua vocazione di popolo messianico della nuova alleanza, con un dinamismo aperto all’universalità, come Gesù stesso indica nel mandato e nell’assicurazione che dà a Paolo di Tarso, l’Apostolo delle Genti: «Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio ottengano la remissione dei peccati e l’eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me».

La nuova alleanza, a cui è chiamata l’umanità, è anche un’alleanza eterna, e perciò il popolo messianico è segnato da una vocazione escatologica. E’ ciò che ci viene attestato in modo particolare nell’ultimo libro del Nuovo Testamento, l’Apocalisse, che mette in risalto il carattere universale di una Chiesa estesa nel tempo e, oltre il tempo, nell’eternità. Nella grande visione celeste, che segue nell’Apocalisse le lettere indirizzate alle sette Chiese l’Agnello viene solennemente lodato perché è stato immolato e ha riscattato per Dio con il suo sangue «uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione» e li ha costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti. In una visione successiva, Giovanni vede «una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono (di Dio) e davanti all’Agnello», Chiesa della terra e Chiesa del cielo, Chiesa degli apostoli e dei loro successori e Chiesa dei beati, Chiesa dei figli di Dio nel tempo e nell’eternità: è un’unica realtà del popolo messianico che si estende oltre ogni limite di spazio e di epoca storica, secondo il piano divino della salvezza che si rispecchia nella cattolicità.

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