Cristo, Re dell’universo (S)

Cristo, Re dell’universo (S)

Quando:
21 Novembre 2021 h. 3:15 – 4:30
2021-11-21T03:15:00+01:00
2021-11-21T04:30:00+01:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dai Sermoni sul Cantico dei Cantici del Ven. Giovanni Abate di Ford

 

Giudizio in Cielo 

Il Padre siede maestoso sul suo trono, per il processo. Gesù, citato in giudizio, si presenta davanti al Padre suo, alla presenza di tutte le schiere angeliche. …Vieni pertanto, oh Figlio, io t’invio ai tuoi fratelli (Cfr Gn 37,13) che sono precipitati nel profondo del lago (Cfr Lc 8, 33) e ora ti aspettano, come io ho loro promesso. …

Detto questo, colui che sedeva sul trono comandò che fosse portata, lì in mezzo, la bisaccia contenente tutti i peccati d’Adamo e dei suoi figli, che era stata sigillata e riposta nei forzieri del re. Ordinò, quindi, che fossero portate la legna e la spada. Fatto questo, il re disse a suo Figlio: Ecco qui il sacco sigillato degli uomini della tua stirpe, scioglilo e tira fuori ogni cosa; considera tutto diligentemente, calcola e pesa. Per la mia stessa vita, tu porterai il peso d’ogni iniquità, poiché a te chiederò conto di tutto! Stendi, perciò, la tua mano e batti il piede in segno d’accettazione; gemi, arrossisci e fa penitenza per tutte queste cose. Tu sei il primogenito, il mio unico figlio ed ho messo, nelle tue mani, ogni cosa; ma, questa volta, io non avrò pietà di te, né userò misericordia (Ger 13,14)’, e nemmeno consentirò di vedere di nuovo in giudizio la tua faccia.

Ecco, ora prendi questo legno che forma la tua croce, perché fu proprio a causa di esso che disubbidì tuo padre e sotto l’albero fu corrotta la tua madre. Infine, decisamente, ho sguainato la spada, perché sia intrisa del tuo sangue. Tutto questo è stato stabilito ed è immutabile presso di me: Ciò che ho scritto, ho scritto (Cfr Gv 19,22).

Al sentire queste cose, la corte celeste rimase esterrefatta e tremò per la dura sentenza del sovrano, inflessibile contro il suo Unigenito. Questi, invece, in piedi davanti al tribunale, dopo aver udito tutto, subito, inchinato fino a terra, adorò e inginocchiato davanti al Padre suo, con le mani protese verso di lui, disse: Mio cibo è fare la tua volontà (Gv 4,34), oh Padre mio. Tu lo sai, per questo sono venuto e di questo io vivo, per fare la tua volontà (Gv 6,38; Sl 39,9). Prima di tutto, allora, volentieri e con amore prendo i peccati che tu mi metti sulle spalle, anche se grande ed insostenibile è il loro peso. Io farò penitenza davanti a te, in loro favore, soffrendo pazientemente, anzi chiedendo umilmente che tutto sia a mio carico, purché nulla sia più imputato al padre mio ed ai miei fratelli. (…) Riguardo, finalmente, a queste legna e alla spada che hai preparato per me, posso dire: Pronto il mio cuore, o Dio, pronto il mio cuore (Sl 107,2;56,8-Volg). Una sola cosa, ora, io chiedo umilmente alla tua bontà: che la tua collera si riversi su di me e non sul tuo popolo. La tua creatura ritrovi la pace e la riconciliazione nel mio sangue, che diventa così segno e causa dell’eterna alleanza fra di noi.

Così ha parlato il Figlio e tutti coloro che avevano ascoltato sono rimasti ammirati per quest’ubbidienza così spontanea, proveniente dalla maestà divina. Tutti gli astanti fremettero dai loro seggi e si dicevano l’uno all’altro: Veramente quest’uomo è Figlio di Dio (Mc 15,39), infatti, anche il suo parlare lo rende manifesto (Cfr Mt 26,73). Il Padre, invece, esaminando tutte le parole, gli affetti e la volontà del Figlio, nel suo cuore s’intenerì per l’emozione: Le sue viscere si erano commosse per suo Figlio (! Re 3,26). Allora esclamò: Giuro per me stesso, perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato la tua vita per me (Cfr Gn 22,12) e non hai ubbidito alla carne e al sangue, ma alla mia voce, benedetta sia la terra nella tua opera.

Tuttavia per questa volta con il sudore del tuo volto mangerai il pane (Gn 3,19), ma per questo tuo sudore la terra, come risposta, darà il suo frutto, già da oggi stesso, spontaneamente e per sempre. Per questo, non mi ricorderò più delle dispute passate, perché, a causa tua, ho ritirato tutta la mia indignazione dall’uomo. Ora non mi basta che tu faccia rivivere le tribù di Giacobbe, ma io farò in modo che in te, e per la tua obbedienza, saranno benedette tutte le generazioni della terra (Cfr Gn 12,3). Tutto questo è sembrato ancora poca cosa, ai miei occhi, poiché mi è piaciuto riconciliare, nel tuo sangue, le cose che stanno nel cielo e rappacificarle insieme con quelle della terra.

Inoltre da questo giorno io non giudico più nessuno (cfr Col 1,20), ma do a te il potere di giudicare. Il tuo nome sarà glorioso, al di sopra d’ogni altro; davanti a te ogni lingua renderà testimonianza e si piegherà ogni ginocchio (Cfr Fil 2,9-10).

Dopo aver ascoltato queste parole, ci fu una gran gioia dappertutto, una festosa esultanza in cielo, quale non c’era mai stata fin dall’inizio della creazione. Innanzitutto, per la straordinaria bontà del Padre, poi per l’ammirevole obbedienza del Figlio; in terzo luogo, per la riconciliazione della natura umana, ed, infine, quarto, per il ristabilimento della città celeste. Pertanto, il fragore delle ali dei Cherubini veniva sentito da lontano (Cfr Ez 10,5) e l’intera città si commosse alle voci di gioia, grida di giubilo e di benedizione.

 

Views: 0