Cattedra di san Pietro (f)

Cattedra di san Pietro (f)

Quando:
22 Febbraio 2020 h. 3:15 – 4:15
2020-02-22T03:15:00+01:00
2020-02-22T04:15:00+01:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dal Commento al Vangelo di San Matteo di San Giovanni Crisostomo

 

La potestà di Pietro

Il Signore chiede ai suoi discepoli: “Ma voi chi dite che io sia?”, voi che siete continuamente con me, che mi vedete compiere un così grande numero di miracoli e che ne avete fatti tanti voi stessi in mio nome. Che fa ora Pietro, lui che è la bocca degli apostoli? L’apostolo sempre ardente, il corifeo della schiera degli apostoli, quando tutti sono interrogati, risponde lui solo. E’ da notare che quando Cristo chiede l’opinione che il popolo ha di lui, tutti indistintamente rispondono alla sua domanda: ma ora che vuol sapere il loro pensiero, Pietro previene e precede tutti gli altri, dicendo: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente (Mt 16, 16). E che gli risponde Cristo? Beato te Simone, figlio di Giona, perché non la carne né il sangue te l’ha rivelato (Mt 16, 17). In verità, se Pietro non lo avesse riconosciuto come il vero Figlio di Dio, generato dal Padre stesso, la sua risposta non sarebbe stata opera di una rivelazione divina. Se egli avesse creduto che Gesù era uno dei tanti, le sue parole non avrebbero meritato che si dichiarasse “beato” colui che le esprimeva. Ora anch’io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa (Mt 16, 18). “Su questa pietra” – dice Gesù – “io edificherò la mia Chiesa”, cioè sulla fede dimostrata in questa confessione. E all’onore di essere il pastore della sua Chiesa, ne aggiunge anche un altro: E io a te darò le chiavi del regno dei cieli (Mt 16, 19).

Che vuol dire “io a te darò”? Significa che come il Padre ti ha dato la grazia di conoscermi, così anch’io ti darò queste chiavi. Non dice: pregherò il Padre perché te le dia. Eppure grande era quella manifestazione di autorità e ineffabile l’eccellenza del dono; ma dice: “io a te darò”. E cos’è questo dono che gli fa? “Le chiavi del regno dei cieli”; e ciò che legherai sulla terra resterà legato nei cieli, e ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli (Mt 16, 19). Come mai colui che ora dice “io a te darò”, altrove afferma che non spetta a lui dare ad alcuno il diritto di sedersi alla sua destra o alla sua sinistra? Osservate come Gesù porta l’apostolo ad avere sentimenti e pensieri più sublimi nei suoi confronti, come si rivela a lui e gli dichiara di essere il Figlio di Dio con le due promesse che gli fa. Promette due doni che riguardano esclusivamente il potere di Dio, cioè rimettere i peccati, rendere la sua Chiesa salda e stabile in mezzo a così violento impeto di flutti e far diventare un semplice pescatore più forte e solido della pietra, anche se tutto il mondo gli farà una guerra senza quartiere. Gesù si comporta con Pietro come il Padre con Geremia, quando gli disse che lo avrebbe reso solido come una colonna di ferro e come un muro di bronzo. C’è però questa differenza: Geremia era esposto alle aggressioni di un solo popolo, mentre Pietro lo sarà a quelle di tutti i popoli della terra. Volentieri domanderai ora a quanti vogliono diminuire la dignità del Figlio: sono più grandi i doni che il Padre fa a Pietro, o quelli che gli fa il Figlio? Il Padre ha concesso a Pietro la rivelazione del Figlio; ma il Figlio gli ha concesso di propagare nel mondo intero la conoscenza del Padre e la sua propria, e a un uomo mortale ha dato il potere su tutto quanto è nel cielo, donandogli le “chiavi”.

 

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