Beato Joseph Cassant N.O. (m)

Beato Joseph Cassant N.O. (m)

Quando:
17 Giugno 2025 h. 3:15 – 4:15
2025-06-17T03:15:00+02:00
2025-06-17T04:15:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Da “Toi seul me suffit” di Dom E. Chenevière

 

 

La Regola del Cuore di Gesù

Padre Andrea riconosceva senza esitazioni in questo assoluto del dono di sé a tutti gli istanti ispirato dall’amore del Cristo, questa “Via del Cuore di Gesù”, che si sforzava egli stesso di far sua. Conveniva che il suo discepolo vi era entrato per un cammino diverso dal suo. L’elaborazione di una cristologia teologica gli aveva fatto scoprire il ruolo unico del Cristo nella nostra unione a Dio. Ancora in questa luce del dogma avrebbe più tardi commentato il suo motto: “Bisogna che egli regni”.

Ciò che la speculazione gli aveva dimostrato il suo discepolo lo aveva sperimentato nell’amore. P. Malet comprese subito la sfumatura e non cercò di sostituirsi al maestro interiore di cui aveva riconosciuto il tratto. “Importa – dirà al processo diocesano, – trattenere il fondamento della santità del p. Joseph; da una parte la convinzione dell’azione divina che governa l’anima, e, d’altra parte, il dovere rigoroso di corrispondere amorosamente a questa azione. Nel Servo di Dio questa convinzione non era il risultato di un ragionamento, ma frutto dell’azione dello Spirito Santo”. Questo egli lo deduceva dall’universalità dell’inconsistenza umana. Mentre la versatilità sembra essere la legge della maggior parte delle esistenze, l’azione dello Spirito santo segnò in quella del P. Cassant un ammirabile spirito di sequela. Non si videro mai in lui degli alti e dei bassi nella pratica delle virtù. Ugualmente, la corrispondenza amorosa all’azione divina fu in P. Joseph il frutto di una attrazione dello Spirito Santo.

Lo stesso era per la loro comune devozione al Sacro Cuore di Gesù. Seguendo l’inclinazione del suo temperamento intellettuale, il maestro de novizi stabiliva una giustificazione dottrinale delle sue preferenze affettive, prima di abbandonarvisi. Definiva il cuore di Cristo: “Il capolavoro supremo dell’amore increato” nel quale Gesù “possiede un meraviglioso focolaio di amore umano in armonia con la sua carità infinita di Dio, ed una prodigiosa capacità di devozione che dispone questo Cuore a tutte le opere, le più sublimi, come le più eroiche”. Gli occhi della sua anima si inebriavano di questa luce sulle relazioni trascendenti dell’amore creato e dell’amore increato in Gesù Cristo.

Se lo spirito del suo diretto rimaneva abbastanza ermetico alle sintesi sublimi, tutti e due si accordavano perfettamente in un attaccamento illimitato a questo Cuore che ha tanto amato gli uomini. “Vi piacerà trattenervi con il Cuore di Gesù – scriveva in un biglietto il confessore – gli direte tutte le vostre fatiche, le vostre gioie, le vostre difficoltà, in una parola. Gesù sarà il vostro tutto; voi troverete in lui tutto.

(…) Il novizio si insinua nel Cuore di Gesù, vi nidifica come la colomba negli anfratti della roccia, prendendolo per dimora, chiedendogli cibo, consegnandosi alla sua guida: “Io sarei pronto a lasciare la Regola nel Cuore di Gesù, per non avere altra Regola che il Cuore di Gesù. La Regola del Cuore di Gesù ispira le Regole. Tutta la mia memoria nel cuore di Gesù. La mia orma di vita sarà nel cuore di Gesù… seguirò la Regola del Cuore di Gesù.

 

 

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