Dalle Lettere della Beata Gabriella
Grottaferrata, 15 Luglio 1938
Il mio cuore trabocca di riconoscenza…
Reverendo Padre,
ricordandomi sempre di Lei e del bene che mi ha fatto, ho creduto mio dovere scriverle una ultima parola di ringraziamento e mostrarle ancora la mia gratitudine. La prego di non badare alla calligrafia perché la mano va un po’ a modo suo. Permettendolo il Signore, ho contratto una malattia (la Rev. Madre le spiegherà) che spero mi condurrà alle nozze eterne. Voglio perciò mostrarle la mia riconoscenza. La ringrazio tanto Rev. Padre, che ha curato il mio spirito dal suo primo svegliarsi alla vera vita e lo ha condotto per la via che il Signore le ispirava e che è stata sempre proficua nell’anima mia. La ringrazio di aver avuto tanta cura della mia vocazione e di averla fortificata per i cimenti della vita fin dal suo primo nascere. Oh! la mia vocazione! Se il mio sogno si è realizzato, sento di doverlo in gran parte a Lei, che tanto se n’è occupato anche presso la mia famiglia. Se mi trovo in questo asilo benedetto, dopo il Signore, il tutto lo debbo certamente a Lei. Il mio cuore trabocca di riconoscenza, ma le parole sono troppo misere per esprimere quel che si sente nell’anima. Il Signore che è stato tanto buono La ricompenserà di quanto ha fatto per la povera anima mia. Allora se Lei è stato il primo a lavorare questa arida terra, a Lei tocca essere il primo a raccoglierne i frutti, quando sarò lassù, se al Signore piacerà di prender mi, io intercederò per Lei e il buon Dio non mancherà di far discendere su di Lei le sue celesti benedizioni. Io sono felice e la mia felicità è veramente grande. Che gioia poter soffrire qualche cosa per amore di Gesù e per le sue anime. lo ho fatto un grande atto di abbandono nelle mani del Signore e il cuore e l’anima mia si sono trovati immersi in una profonda pace, in grande letizia. Quando penso al beato giorno, in cui questi miseri lacci del corpo si scioglieranno ed io potrò andare lassù ad abbracciare il Celeste Sposo, allora la mia gioia e la mia felicità vanno al di là della terra. lo spero di essere la sua prima figlia spirituale che muore suora e perciò mi raccomando alle sue preghiere onde possa purificarmi e santificarmi prima della venuta dello Sposo. Speravo, come Lei mi aveva promesso, di poterci rivedere in questa terra, ma se questo non è possibile ci rivedremo certamente in Paradiso. Pregandola di gradire i miei ossequi le domando la sua paterna benedizione.
La sua figlia in Cristo Suor Maria Gabriella Sagheddu.
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