B.V. Maria (m)

B.V. Maria (m)

Dal Quinto Sermone per l’Annunciazione
di S. Bonaventura da Bagnoregio

La domanda di Tommaso. 

L’apostolo, quando fece la sua domanda, aveva davanti a sé il Maestro, ma non avrebbe potuto comprendere la risposta se non avesse avuto anche dentro di sé il Maestro. E’ necessario interrogare e ascoltare il Maestro  che è dentro di noi e sopra di noi. Nella risposta che, come avete udito, diede il Signore all’apostolo Tommaso, cerchiamo di comprendere meglio che possiamo, o carissimi, le prime parole del Signore attraverso le successive, le antecedenti attraverso le conseguenti. Poco prima il Signore, parlando delle diverse dimore che ci sono nella casa del Padre suo, aveva detto che egli andava a prepararle; e da ciò noi abbiamo dedotto che queste dimore esistono già nella predestinazione e che insieme vengono preparate quando, mediante la fede, vengono purificati i cuori di coloro che le occuperanno, poiché essi stessi sono la casa di Dio. Infatti, che altro vuol dire abitare nella casa di Dio se non appartenere al popolo di Dio, del quale si dice che è in Dio e Dio in lui? E’ per preparare questa dimora che il Signore se ne va, affinché noi, credendo in lui che non si vede, ci si prepari mediante la fede a quella dimora permanente che consiste nella visione di Dio. Perciò aveva detto: E quando sarò partito e avrò preparato un posto per voi, ritornerò e vi prenderò con me, affinché dove sono io siate anche voi. E voi conoscete dove vado e la via per andarvi. E’ allora che Tommaso gli dice: Signore, noi non sappiamo dove vai, e come possiamo conoscere la via? (Gv 14, 3-5). Il Signore aveva detto che essi conoscevano l’una e l’altra cosa, e Tommaso dice di non conoscere nessuna delle due cose: né il luogo dove egli va, né la via per andarci. Ma il Signore non può mentire: gli Apostoli dunque conoscevano ambedue le cose, ma non sapevano di conoscerle. Li convinca che essi sanno ciò che credono di non sapere. Gli dice Gesù: Io sono la via, la verità e la vita (Gv 14, 6). Che significa questo, fratelli? Abbiamo sentito la domanda del discepolo, abbiamo sentito la risposta del Maestro, ma ancora non abbiamo compreso il contenuto della risposta, neppure dopo che abbiamo sentito il suono della voce. Ma che cosa non possiamo capire? Forse che gli Apostoli, con i quali si intratteneva, potevano dirgli: noi non ti conosciamo? Pertanto se lo conoscevano, dato che lui è la via, conoscevano la via; se lo conoscevano, dato che lui è la verità, conoscevano la verità; se lo conoscevano, dato che lui è la vita, conoscevano la vita. Ecco che si convincono di sapere ciò che credevano di non sapere. [Andava, per mezzo di se stesso, a se stesso e al Padre.] Cos’è dunque che noi in questo discorso non abbiamo capito? Che cosa, fratelli, se non le parole: E voi conoscete dove vado e la via per andarvi? Ci siamo resi conto che essi conoscevano la via, poiché conoscevano lui che è la via. Ma la via serve per camminare; forse che è anche il luogo dove si deve andare? Egli aveva detto che essi conoscevano l’una e l’altra cosa: e il luogo dove andava e la via. Era dunque necessario che egli dicesse: Io sono la via, per dimostrare che essi, conoscendo lui, conoscevano la via che credevano di non conoscere; ma era altrettanto necessario che dicesse: Io sono la via, la verità e la vita, perché, una volta conosciuta la via, restava da conoscere la meta. La via conduceva alla verità, conduceva alla vita. Egli, dunque, andava a se stesso attraverso se stesso. E noi dove andiamo, se non a lui? e per quale via camminiamo, se non per lui? Egli va a se stesso attraverso se stesso; noi andiamo a lui per mezzo di lui; o meglio, andiamo al Padre sia lui che noi. Infatti, parlando di se stesso, altrove dice: Vado al Padre (Gv 16, 10); mentre qui, per noi dice: Nessuno viene al Padre se non per mezzo mio (Gv 14, 6). Egli dunque va, per mezzo di se stesso, a se stesso e al Padre; noi, per mezzo di lui, andiamo a lui e al Padre.

 

 

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