B.V. Maria di Montenero (f)

B.V. Maria di Montenero (f)

Quando:
15 Maggio 2019 h. 3:15 – 4:30
2019-05-15T03:15:00+02:00
2019-05-15T04:30:00+02:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Da “Il Signore” di Romano Guardini

 

La Madre

(…) Se vi è qualche cosa che rivela la grandezza di Maria è l’esclamazione della sua parente: «Beata te, che hai creduto!». Essa racchiude tutte due le altre frasi: «Ed essi non compresero ciò che aveva detto loro» — «Però sua madre serbava in cuor suo tutte queste cose». Maria credette. E doveva alimentare sempre nuova questa fede. Sempre più forte, sempre più tenace.  La sua fede fu la più grande che uomo abbia mai avuto.

Abramo sovrasta per la formidabile elevatezza della sua fede, ma a lei era chiesto di più che non ad Abramo. Poiché il Santo, che era nato da lei, che crescendo si allontanava da lei, saliva al disopra di lei, e, distolto da lei, viveva in una distanza infinita: averlo generato e nutrito e visto nel suo abbandono, e non lasciarsi vilmente smarrire di fronte alla sua maestà, ma anche non esitare nel suo amore quando la sua protezione materna si trovò superata, e di tutto questo credere che così era giusto e che vi si compiva il volere di Dio; non stancarsi mai, non attediarsi mai, anzi tener duro e fare insieme, passo passo, per forza di fede, il cammino che la persona del figlio nel suo carattere arcano seguiva — ecco la sua grandezza.

Ogni passo che il Signore ha compiuto incontro al suo destino, Maria lo ha percorso con lui, ma per fede. Soltanto la Pentecoste le donò di capire. Allora tutto ella intese quello che dinanzi «aveva serbato in cuore» credendo. Per questa fede è più vicina a Cristo e più addentro nell’opera della redenzione che non per tutti i miracoli della leggenda. La leggenda può allietarci con le sue dilettevoli immagini, ma la leggenda non si vive, tanto meno quando ne va della sostanza. Da noi si esige che si lotti in ispirito di fede con il mistero dì Dio e contro la perversa resistenza del mondo. Non una fede carezzevolmente poetica ci è imposta, ma una fede rude — specialmente in un’epoca in cui s’infrangono i morbidi incanti delle cose e dappertutto è un incalzare di contraddizioni. Quanto più tersa noi ricaviamo dal Nuovo Testamento la figura della Madre del Signore, tanto più grandi cose risultano, come è realmente, per la nostra vita cristiana.

Ella è colei che nella sua vitale profondità custodì il Salvatore: per tutta la sua vita e ancora in morte. Ella doveva sperimentare sempre di nuovo come egli, vivente del mistero di Dio, si distanziasse, crescendo, da lei. Sempre più egli s’innalza al disopra dì lei, cosicché ella sentiva il taglio della spada, ma a sua volta la madre si elevava sempre più nella fede al seguito del figlio, e lo possedeva di nuovo. Fin che egli, da ultimo, volle non esser neppur più suo figlio. L’altro, colui che stava accanto a lei, doveva esserlo ormai. Gesù stava solo, in alto, sulla vetta più scarna della creazione, al cospetto della giustizia divina. Ella però, accettando in un supremo gesto di pietà la separazione, si trovò, appunto per questo, nella fede, di nuovo accanto a lui. Sì, veramente, «beata te, che hai creduto!».

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