Dall’ Inno del Natale di Romano il Melode
Accoglietemi come vostra mediatrice
Mentre Maria, cantava le sue lodi a colui che aveva messo al mondo, (…) Adamo scaccio d’un tratto il torpore che gli gravava sugli occhi. Alzò il capo come ridestatosi dal sonno e disse: (…) “Eccomi ai tuoi piedi, o Vergine, madre immacolata; con me, ecco dinanzi tutta la mia discendenza. (…) O figlia, abbi pietà di me, che da lungi sono prigioniero degli Inferi. Sono Adamo, la prima creatura: ascolta il gemito di tuo padre! Guardando le mie lacrime, ascolta benevola i miei lamenti. Difendi la mia estrema miseria presso colui che hai messo al mondo, o Piena di grazia!”.
Maria posò i sui occhi su Adamo ed Eva, e subito le si riempirono di lacrime. Le trattenne, cercando di dominare la natura, lei che aveva partorito il Cristo ben oltre la natura di questo mondo. Fu però intimamente mossa a compassione per i suoi progenitori, essendo madre del Misericordioso, e madre di grande tenerezza, Quindi disse loro: “Non piangete, perché sarò per voi avvocata presso il Figlio mio. Non vi sia più tra voi tristezza, poiché ho dato alla luce la gioia vera. Sono infatti venuta al mondo per rovesciare il regno del dolore, in quanto Piena di grazia.
Mio Figlio è misericordioso e compassionevole: lo so per esperienza. Io lo seguo in tutto. Pur essendo egli fuoco, dimorò nel mio corpo, come in un roveto, e non consumò in nulla l’umile creatura che io sono. Come un padre ama i propri figli, così il Figlio mio ama coloro che lo temono, secondo la parola di Davide.
Arginate dunque le vostre lacrime, accoglietemi come vostra mediatrice presso colui che da me è nato, poiché autore della gioia è lo stesso Dio che fu generato fin dall’eternità. Non siate più turbati, non alberghi l’affanno nei vostri cuori: io vado da lui, Piena di grazia”.
Dopo aver consolato Adamo ed Eva con queste e simili altre parole, Maria si accostò al presepe, chinò il capo e supplicò il Figlio: “Figlio mio, tu mi hai esaltata con la tua condiscendenza, e per questo la mia stirpe, caduta in rovina, ti supplica oggi attraverso la mia voce. Adamo è venuto presso di me gravemente rattristato, ed Eva, addolorata, faceva eco ai suoi lamenti. Responsabile della loro angoscia è il serpente, che li ha privati dell’onore. Mi supplicano ora di difenderli, invocandomi come Piena di grazia”.
Appena la Vergine immacolata ebbe rivolto questa supplica al Dio che giace nella mangiatoia, questi la accolse, partecipandole gli eventi dei tempi ultimi: “O madre, è proprio per causa tua e per tuo tramite che io li salverò. Se non avessi desiderato di salvarli, non avrei preso dimora in te, non avrei irradiato da te la mia luce e tu non saresti mai divenuta mia madre. È per la tua stirpe che ho scelto di giacere in una mangiatoia, ed è di mia spontanea volontà che ho cercato il tuo seno. Per amore loro tu porti tra le braccia me, che i cherubini non possono vedere. Tu invece mi guardi, mi rechi in braccio e, come Figlio tuo, mi accarezzi, o Piena di grazia”.
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