4.a Domenica di Avvento – B

4.a Domenica di Avvento – B

Quando:
20 Dicembre 2020 h. 3:15 – 4:30
2020-12-20T03:15:00+01:00
2020-12-20T04:30:00+01:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dal III Sermone per l’Avvento di san Bernardo

 

Se poi sei superiore di qualcuno, senza dubbio sei tenuto ad essergli debitore di una più grande sollecitudine. Anche chi ti è inferiore esige da te custodia e disciplina; la custodia perché possa guardarsi dal peccato; la disciplina, perché non rimanga impunito quello che non ha potuto evitare. E anche se ti pare di non essere superiore di nessun fratello, hai sotto di te qualcuno cui è necessario offrire questa custodia e questa disciplina. Parlo del tuo corpo, che il tuo spirito ha ricevuto per governarlo. Gli devi custodia perché in lui non regni il peccato e le tue membra non diventino armi di ingiustizia. Gli devi anche disciplina perché, mortificato e sottomesso al tuo servizio, porti degni frutti di penitenza. Ma sono vincolati da un debito molto più grave e pericoloso coloro che devono rendere conto di molte anime. Che cosa farò io, miserabile? Se mi avverrà di custodire con troppa negligenza un tesoro così grande, questo prezioso deposito che Cristo ha giudicato più prezioso del proprio sangue? Se avessi raccolto il sangue del Signore che stillava dalla croce e l’avessi conservato presso di me riposto in un vaso di cristallo che fosse necessario trasportare spesso, che stato d’animo avrei avuto io in una situazione così rischiosa? E certamente io ho ricevuto per conservarlo un deposito prezioso, per il quale un mercante non stolto, cioè la stessa Sapienza, ha dato qual sangue. Ma io posseggo questo tesoro in vasi di creta, che sono molto più esposti al rischio dei vasi di cristallo. A questo cumulo di preoccupazioni si aggiunge anche il peso del timore, dal momento che devo custodire la mia coscienza e quella del prossimo, e che non conosco a sufficienza né l’una né l’altra. Ambedue sono un abisso imperscrutabile, una notte per me, eppure si esige da me la custodia dell’una e dell’altra, e si esclama: «Sentinella. che cosa c’è nella notte? Sentinella che cosa c’è nella notte ?» Io non posso dire con Caino. «Sono forse io il custode di mio fratello? » ma piuttosto devo confessare umilmente con il Profeta: «Se il Signore non custodisce la città invano vigila colui che la difende ». Tuttavia lo si potrà scusare soltanto se, come ho detto prima, offro insieme la dovuta custodia e la disciplina.

E se non sono mancate le quattro condizioni precedenti, parlo della riverenza e dell’obbedienza verso i superiori, del consiglio e dell’aiuto verso i fratelli, condizioni che riguardano la giustizia, la Sapienza troverà un trono preparato».

 

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