3.a Domenica del T.O. – Ss. Fondatori di Cîteaux (S)

3.a Domenica del T.O. – Ss. Fondatori di Cîteaux (S)

Quando:
26 Gennaio 2025 h. 3:15 – 4:30
2025-01-26T03:15:00+01:00
2025-01-26T04:30:00+01:00
Dove:
Monastero Cistercense Valserena

Dal Grande Esordio (Capitolo XXIX) di Corrado di Eberbach

 

Fondazione delle prime 12 case figlie di Cîteaux 

Crescendo per l’abbondanza della grazia divina il numero delle persone nella chiesa di Cîteaux, quella madre di molti figli cominciò a rallegrarsi, mentre prima aveva a lungo sofferto per la tristezza della sua sterilità. Cominciò quella vigna del Signore degli eserciti a distendere i suoi rami in lungo e in largo e a costituire in diversi posti e diverse regioni delle città di rifugio, perché coloro che avessero versato il sangue delle anime vi potessero trovare asilo. Così, grazie alla morte del Sommo Sacerdote, che entrò una volta per sempre nel santuario con il proprio sangue, avrebbero ottenuto una redenzione eterna e sarebbero stati assolti per sempre dal loro esilio. Difatti le abbazie che quella chiesa stabilì in diverse diocesi per così larga e potente benedizione del Signore andavano crescendo di giorno in giorno, a tal punto da arrivare in meno di otto anni – da quando fu fondata La Ferté, figlia primogenita della casa di Cîteaux che per il significato del suo nome già allora luminosamente prefigurava la fermezza e stabilità dell’Ordine – tra quelli che erano usciti direttamente da Cîteaux e gli altri che da loro avevano preso origine, a costruire dodici cenobi.

Bello davvero a vedersi! Anche in questo furono imitatori del beatissimo Padre Benedetto, essi che con tutto l’ardore dell’anima desideravano emularne la vita e le istituzioni. Come lui infatti, stabiliti i padri, costruì dodici monasteri a cui dette da osservare i precetti della sua Regola, così anch’essi, nel rinnovare l’Ordine secondo la stessa Regola, stabilirono dodici cenobi che, a somiglianza dei dodici apostoli inebriati della grazia dello Spirito Santo offrissero a tutto il mondo la coppa della salvezza.

Ma “prima che cominciassero a fiorire le Abbazie cistercensi”, il reverendissimo padre Stefano, ispirato dallo Spirito Santo redasse con il consiglio dei suoi fratelli quel decreto che si chiama “Carta di carità”. In esso ci viene insegnato in che modo i monasteri del nostro Ordine, diffusi nelle diverse parti del mondo, divisi anche per la diversità delle lingue, grazie a un mirabile legame di carità e di reciproca dimostrazione d’onore, costituiscano una sola chiesa, un solo Ordine, in una parola un solo corpo in Cristo. Ritenne che questo decreto si dovesse chiamare “Carta di carità”, perché le sue norme, rigettando ogni gravame di esazione, hanno di mira unicamente la carità e il bene delle anime nelle cose divine e umane”.

 

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